Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Focus squadra: attacco sterile e senza acuti

Si sa, nel calcio vince (anche) chi emoziona: e cosa emoziona se non un gol? Una rete che va venir giù lo stadio? Ecco, questo aspetto dello sport più bello del mondo al Catania in questa stagione è mancato. Ci si aspettava ben altro, sia per gli obiettivi fissati ad inizio stagione che per la campagna acquisti estiva nel reparto offensivo: in relazione ai singoli arrivati, più che altro. C'è da dire, come premessa, che ad Andrea Sottil ad inizio stagione andavano consegnati quell'esterno e quel trequartista che, magari, lo avrebbero messo anche nelle condizioni di esprimere al meglio il suo gioco nel 4-2-3-1. Forse l'estate dei tribunali non ha permesso alla società di provvedere a tale mancanza oppure si è pensato che Lodi potesse ricoprire il ruolo di trequartista, con risultati non sempre felici. In ogni caso, con gli stessi uomini a disposizione dopo il mercato estivo si poteva fare qualcosa in più. Arriva Marotta e lo affianca a Curiale, reduce da una stagione da capocannoniere, e si presentano i primi ostacoli: nel 4-2-3-1 entrambi non ci stanno. Viene preferito Marotta, poi si passa al 3-5-2 ed entrambi sembrano poter giocare insieme. Poi si vira verso il 4-3-3 e tornano le ombre nella gestione di Curiale, che non riesce praticamente più ad incidere. A gennaio Sottil "riceve" l'esterno che desiderava con un altro elemento offensivo capace di dare peso all'attacco: arrivano Sarno e Di Piazza. Cambia qualcosa? Sarno si fa subito male e Sottil lo rivedrà solo ai Playoff, Di Piazza inizia bene, poi ha una piccola flessione. Il cambio in panchina lo rigenera, così come la scelta di Novellino di passare al 3-5-2 con la coppia Di Piazza-Marotta unico picco d'emozione lì davanti in tutta la stagione, nelle due gare contro Catanzaro e Juve Stabia. Poi ritornano i problemi: ai Playoff si accende, ma solo per una gara, Vincenzo Sarno, mentre si spegne definitivamente Marotta. L'unica luce? Le prestazioni e i gol di Matteo Di Piazza, capace di emozionare come deve fare un attaccante. Sul fronte giovani, e qui volgiamo lo sguardo al futuro, Manneh ha dimostrato che deve crescere ancora tanto, mentre fa ben sperare Pecorino, utilizzato solo una volta. I dati parlano chiaro: in stagione, tra campionato, Playoff, Coppa Italia e Coppa Italia di Serie C sono 34 i gol degli elementi offensivi su 67 reti totali. La metà. Tra campionato e Playoff invece sono 27 su 57 i gol messi a segno dall'attacco (21 in campionato e 6 ai Playoff). Troppo poco per una squadra che mirava a vincere la Serie C.