Il 2019 del Catania, tra illusioni e rimpianti (parte 1)
Bilanci, resoconti, obiettivi raggiunti e altri no. E' tutto nella norma, ci si trova all'ultimo dell'anno, si pensa a tutto ciò che è trascorso: facciamolo insieme, raccontando e analizzando tutto ciò che ha significato questo lungo, estenuante anno per il Catania. L'analisi che attraversa ogni momento, mese per mese. Pronti?
Gennaio insolitamente caldo - L’anno sportivo comincia con la controversa sconfitta di Siracusa, che a ripensarci oggi 31 dicembre sembra quasi un presagio, o l’emblema di un Catania che vorrebbe ma non può. Il Catania si trova tra 4° e 3° posto alla ricerca della famosa continuità. Arriva il grosso sforzo economico richiesto da Sottil che porta in rossazzurro Di Piazza e Sarno a titolo definitivo più Carriero, Valeau e Liguori: mercato di alto livello quello del duo Lo Monaco-Argurio ma che non risolve i problemi palesati a centrocampo. Gennaio si chiude così con la squadra al quarto posto della classifica.
Febbraio “un po’ speciale” e i suoi scossoni - Mese storicamente dei ribaltoni mescolati stavolta all' incostanza cronica di un Catania che convince battendo 3-0 la Casertana per poi perdere lo scontro diretto a Trapani. La curva va in protesta e arriva così, dieci giorni dopo, il primo cambio in panchina dell’anno: Sottil saluta dopo il disastro di Viterbo, con un arrivederci, per far posto ad un allenatore con 25 anni di mestiere alle spalle e 728 panchine, Walter Novellino. Nel contempo il Matera viene escluso dal campionato da una Lega Pro che sbandiera ancora una volta tutte le sue problematiche.
Marzo pazzo - Stavolta che più pazzo di così non si può. È la grande illusione di qualcosa che sembra cominciare a funzionare: il pareggio con il Potenza, la bella vittoria a Catanzaro per 2-1 e la spinta dei 15.000 tornati al Massimino che abbattono per la prima volta in stagione la Juve Stabia con rigore di Lodi. Pulvirenti si confronta con i tifosi e chiede unità generale, il campionato è riaperto. Insomma, è cambiata l’aria? No, torna la sindrome da Catania, si fa visita ad una Reggina certo non in forma e si resta negli spogliatoi. Marzo pazzo, si sa.
Aprile "dolce dormire" - Primavera all'insegna della non-serenità del Catania e dei tifosi: vittoria dei giovani ma con polemica sul Bisceglie, Novellino sembra dare l’addio a fine partita ma poi resta prendendo l’ennesima batosta a Francavilla. Il gruppo non è più nelle sue mani. A chiudere un dimenticabilissimo mese l'inspiegabile dormita sul pareggio in rimonta subito a Cava dei Tirreni.
Maggio con coraggio? - Si va a chiudere una fallimentare regular season, pareggiando in casa contro il Rieti: niente Serie B diretta, 4° posto, 65 punti, ben 9 sconfitte...il Catania può adesso concentrarsi solo sui decisivi play-off ma ecco l'ennesimo colpo di scena. Via Novellino e Sottil richiamato in panchina. I rossazzurri si preparano nel silenzio all'esordio casalingo contro la Reggina mentre tutta la città decide di mettere da parte ogni malessere per stringersi attorno ai propri colori. La Reggina cade 4-1, il Catania pare indiavolato, coraggioso, e passa al turno successivo contro il Potenza: le prestazioni nel doppio confronto sono da rivedere ma in virtù della classifica di campionato ci si trova ai quarti di finale, che nel 2019 significa eccezionalmente semifinale in quanto vanno in B le due finaliste. Bisogna affrontare un Trapani bello sul rettangolo verde ma non sereno a causa delle vicende societarie. Al Massimino, di fronte a 20.000 spettatori, arriva un 2-2 che esalta la superiorità tattica dei granata ma tenendo in vita gli etnei.
Giugno, rimpianti e attacchi - Nella gara da dentro o fuori del ritorno è solo 1-1 tra mille rimpianti, che relega i rossazzurri al quinto anno di C. Il pensiero va al passato, a tutte le occasioni perse, e al futuro, tra scadenze sempre più pesanti, scelte di gestione sempre più discutibili, e una tifoseria sempre presente (161.000 ingressi totali) semplicemente arrembata da una stagione fallimentare.
Ma bisogna programmare e, dopo settimane di silenzio assoluto Lo Monaco torna a parlare descrivendo un Catania ormai forte anche grazie alla vendita dei due alberghi ad Alpitour, e una stagione appena conclusa che non è fallimentare ma anzi positiva. Senza risparmiare attacchi a stampa e parte dei tifosi, rilanciando il progetto che prima o poi riporterà il Catania dove merita.
Luglio, altro che mare... - Comincia ufficialmente la stagione 2019/20 e di conseguenza anche il mercato, il Cda viene confermato, ma senza aver ancora annunciato l'allenatore: a scaldare la situazione, come se ce ne fosse bisogno, Novellino e Sottil con dichiarazioni velenose. L'8 viene però ufficializzato Camplone, adatto sulla carta a riportare il 4-3-3 e il bel gioco in terra etnea, mentre il mercato non decolla e parte la campagna abbonamenti dal titolo "binomio inscindibile". Inizia il ritiro (a porte chiuse) e il Catania comincia seriamente a puntellare la rosa annunciando nuovi importanti profili a centrocampo come Dall'Oglio e Mazzarani, ma nessun difensore centrale a sostituire il partente Aya, nonostante i tanti nomi venuti fuori.
Agosto, la grande illusione parte 2... - Eccolo un altro mese che ha fatto intravedere scenari alla fine mai sbocciati. Il nuovo Catania di Camplone termina il ritiro battendo il Fanfulla in Coppa Italia e ,dopo le fumate nere con Monaco e Martinelli per questioni contrattuali annuncia il nuovo difensore centrale, segnando un "impoverimento" delle proprie scelte: si tratta di Mbende, giovane magari di prospettiva ma che di fatto deve sostituire una colonna come Aya in un paese di cui chiaramente non conosce ancora la lingua. Si chiude il mercato in definitiva con gli arrivi di Di Molfetta, Welbeck, Catania, Pinto, Furlan, Saporetti, Martinez e gli innesti dei giovani Biondi e Noce. Partono tra gli altri Marotta, Angiulli, Ciancio, Manneh, Di Grazia.
Arriva l'esordio in campionato e il Catania si impone però ad Avellino per 3-6 esaltando apparentemente tutto il lavoro svolto in estate, trovando conferma anche nella successiva vittoria sul Francavilla...