Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Franco Battiato ci salverà. Anzi, ci ha già salvato

Franco Battiato ci salverà. Anzi, ci ha già salvato, da un calcio che anche lui detestava, amante qual era delle squadre «senza fuoriclasse, ma con un'anima». Figlio di un vulcano che mai metterà da parte la sua attività eruttiva di grandi talenti, rigogliosi prodigi: come boati risuoneranno in eterno le sue canzoni, nel giorno più buio e non solo. Dolci melodie e ricorrenti spunti di riflessione. La musica è un punto di partenza, mai un punto d’arrivo: il calcio il suo compagno preferito. Ha più volte ammesso di essere stato uno dei primi “liberi” del pallone siciliano tra gli anni ’50 e gli anni ’60: «in senso temporale», ma anche spaziale. Battiato, in verità, era pluridimensionale. Lui, che per il calcio ci ha quasi rimesso il naso, trasformato da una botta al palo nell’iconica pronuncia sul viso scarno, ma studiato. «Ci sono movimenti corporei che nascondono segreti esistenziali»: manifesto involontario dello sport più bello del mondo. Catania piange, si ferma, in un momento storico in cui trovare il “centro di gravità permanente” è missione riservata agli illusi, nel mare in tempesta della vita. Tra onde violentemente insuperabili e scogli d’incertezza: si sta come Battiato di fronte allo specchio, lametta in mano e occhiali da sole, a indovinar le tracce del rasoio sulla pelle. «La competizione sta guastando la purezza dello sport», raccontava in un’intervista nel ‘97. «Falli brutti, tensioni. Un tempo c'era più gentilezza: chi commetteva una scorrettezza si scusava immediatamente»: l’umanità lasciata indietro. Perché di questa vita, come nel calcio, bisogna avere “cura”: dall’Etna venuto e all’Etna ritornato, figlio di Catania che eternamente verrà ricordato come il Maestro. Sul ponte, questa volta, non sventola “bandiera bianca”: risuona un canto d’orgoglio e di protesta. Di fronte a tutto questo dolore, non ci resta che amare. Portare «soprattutto il silenzio e la pazienza». Percorrere «assieme le vie che portano all'essenza». Il calcio (nel nostro, e nel suo caso, il Catania) vive di conseguenza.