Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Che Lodi sarà?

Premessa: la "filosofia del gol" di mister Walter Novellino passa da principio chiaro, e storico. A segnare non devono essere solo gli attaccanti: e c'è di più. Tutti, o quasi, sono funzionali alla fase offensiva, in quella porzione di campo che copre gli ultimi venti, venticinque metri prima della porta. Fatta questa premessa, doverosa per interpretare al meglio quanto stiamo per proporre, passiamo alla domanda del titolo: che Lodi sarà quello che vedremo all'opera nella gara tra Catanzaro e Catania? La domanda va oltre i confini del solito interrogativo che, negli ultimi due anni, ha caratterizzato le settimane pre-partita: è una domanda "storica". Ci spieghiamo meglio: nel corso della sua carriera infinita, mister Novellino ha schierato una varietà pressoché infinita di moduli. Tra i più ricorrenti, quelli che prevedevano un solo terminale di riferimento spesso si basavano su un giocatore dietro la punta, a supporto, che in diverse occasioni (e squadre) non era un attaccante, né un elemento offensivo: era un centrocampista. E questo è successo svariate volte, recente passato compreso. Sarebbe strano, quindi, a Catanzaro vedere un Francesco Lodi appena dietro uno tra Di Piazza e Marotta, in un 3-5-2 con un centrocampo robusto, composto da Biagianti, Bucolo e Rizzo, "a protezione" del numero dieci enteo (concetto chiave, questo, espresso tra l'altro dall'allenatore rossazzurro)? Non sarebbe strano, né sarebbe "un esperimento": sarebbe una soluzione. Come lo sarebbe schierarlo in cabina di regia, nella posizione classica, magari prorpio dopo essersi confrontati nel corso della settimana. Certo è che il Catania, anche in questa stagione e in termini di gol ha dimostrato di non poter fare a meno di Lodi, in certe partite. E quella contro il Catanzaro vale tantissimo in ottica classifica e rilancio mentale.