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Focus attacco: Marotta, Di Piazza e Curiale, parola d'ordine "concretezza"

Concretezza. Per un attaccante è fondamentale. Per gli attaccanti del Catania pure, soprattutto dopo una stagione tra molti "bassi" e pochi "alti", in particolare in termini realizzativi. Il riscatto ai Playoff passa anche da una risposta degli elementi offensivi in maglia rossazzurra, così come accaduto contro la Reggina. In questo articolo prenderemo in analisi non solo la prestazione di Alessandro Marotta e di Matteo Di Piazza, ma anche quella di Davis Curiale. Dopo capirete perché. Partiamo dal tandem schierato dal primo minuto: Marotta un po' più mobile, Di Piazza più prima punta, qual è. Lo si nota da quanto prodotto, a partire dalle palle giocate: 12 per "El Diablo" (5 nel primo tempo, 7 nel secondo tempo) e 8 per l'ex Lecce (5 nel primo tempo, 3 nel secondo), con un assist, di Marotta, proprio per Di Piazza. Tra l'altro, 20 palle giocate in due: per una coppia d'attacco è un numero non indifferente. C'è da dire che, comunque, la diversità nei compiti si traduce in un diverso atteggiamento sul campo: se da un lato l'ex Siena ha provato, come avete letto, a giocare un po' di più, dall'altro si è esposto maggiormente all'errore palla al piede. Questo il dato dei palloni persi: 6 per Marotta (5 nella prima frazione, 1 nella ripresa, ma con 2 dribbling effettuati), 3 per Di Piazza (tutte nel primo tempo). Si parlava, in ogni caso, di concretezza: 3 tiri e 1 gol per parte. Dicevamo di Davis Curiale. Perché inserirlo nell'analisi? Perché da parte sua, mercoledì sera, sono arrivati segnali importanti, e positivi. Nonostante abbia giocato 16 minuti, in così poco tempo il capocannoniere rossazzurro della scorsa stagione ha scambiato 8 palloni con un assist, per Marotta: azione che fa segnare, tra l'altro, anche un dribbling. E, soprattutto, non ha mai perso palla. Segnali di ripresa. Insomma: gli attaccanti del Catania, al Massimino, si sono cercati e si sono trovati. E, in un certo senso, si spera che Sottil li abbia ritrovati.