Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

In testa nessuno corre: magra consolazione...

Il mondo è fatto a scale: c'è chi le scende e chi le sale. Lo diceva un vecchio capolavoro del cinema italiano, una pungente verità, che non trova però riscontro in questo anarchico girone C. Sette giornate giocate, ancora nessun padrone, nessuna mini fuga in cima alla classifica che costringa le altre all'inseguimento. E si tratta di una leggera pillola di speranza per un Catania ancora allergico alla continuità tra casa e trasferta: lo dicono i numeri e una sorta di "oscura legge", che racconta come tutte fatichino a tenere la prima posizione della classifica. Catania, Ternana, Catanzaro, tutte e tre mai riuscite a stare in testa per più di tre giornate complessive, capaci di perdere punti a sorpresa con ogni tipo di avversario anche in casa. Lo sanno bene i giallorossi di Auteri, battuti domenica scorsa in trasferta dalla Casertana per 2-1 e giunti alla seconda sconfitta consecutiva fuori casa, ma anche la Ternana stessa: capolista a 16 punti ma capace di perdere in casa tre domeniche fa per 0-2 contro il Monopoli. Del Catania abbiamo detto e diremo ancora parecchio, ma certo è che la classifica e soprattutto le dirette concorrenti gli stanno anche dando il tempo di curare i propri malesseri. Si salva per adesso solo la Reggina, ancora imbattuta ma mai primatista dall'inizio del campionato. Una magra consolazione e tempo prezioso, non eterno, che i rossazzurri devono sfruttare per cambiarla una volta per tutte, questa rotta verso il ritrovamento di se stessi. La forte sensazione è che mai come quest’anno a trionfare sarà chi sbaglierà meno in un girone C tra i più competitivi degli ultimi anni, magari aiutandosi con un classico "filotto" di 3-4 vittorie consecutive: serve però cominciare a salirle, gradino dopo gradino ma senza scendere più, queste ripide scale.