Lucida concretezza? Lottare
Tempi moderni, tempi da social sfrenato, di notizie solo per far cliccare chiamate “fake” e hasthag magari da rispolverare in pieno stile nostrano del classico #comufiniscisicunta, Amen.
In piena crisi di coscienza e disperati nella ricerca del messia chiamato Serie B proviamo a lanciare un messaggio non isterico, ma anzi tremendamente razionale. Quella lucidità che abbiamo invocato la settimana scorsa, nel cercare la bontà della reazione nonostante la sconfitta contro il Trapani e soprattutto della quadra chiamato gioco con passi importanti del 4-3-1-2.
Contro la Paganese? Vittoria meritata per carità, sofferta forse troppo sia nel primo temo, sia dopo il fantastico 2-1 di Lodi e soprattutto mai chiusa con l’ansia da prestazione e risultato ad attanagliare tutto e tutti fino al novantesimo. Un modulo cambiato ancora, si è tornati al 4-3-3, e crisi degli attaccanti vero e grande tallone d’Achille di questa squadra.
Concretezza? Sottil ha il dovere di coccolare i suoi attaccanti, incoraggiarli, scuoterli e forse è l’unico passo per trovare quella parolina magica chiamata gol. Oltre ci permetta il mister rossazzurro soluzioni diverse dal punto di vista offensivo, ricerca della formula che metta d’accordo caratteristiche e posizione dei giocatori e rendimento massimo sul campo. Marotta troppo fumoso ultimamente, corsa e poco arrosto tranne qualche lampo ed anzi tanti movimenti che spesso tarpano le ali ad alcune situazioni verso al porta. Curiale purtroppo non riesce a buttarla dentro anche senza portiere e con la porta che si rimpicciolisce all’inverosimile dinanzi ad ogni tentativo ed anche Di Piazza l’ultimo arrivato non ha sovvertito l’inerzia negativa. Manneh? Il ragazzo corre, ma non deve prepararsi ai 400 metri, deve giocare a calcio e assist, tiro e cross sono il pane se vuole diventare grande come esterno. Speranza? Sarno che con la sua qualità può consegnare fosforo assoluto e spazi importanti da ultimo passaggio, attendiamo.
Concretezza che passa poi dall’assoluto stato di forma di Francesco Lodi o del cuore mai domo di Marco Biagianti. Lodi deve stare in campo, poi decide Sottil dove ed è un suo problema farlo rendere nel migliore dei modi. Soprattutto in attesa di Sarno è necessario avere sempre dalla cintola in su un giocatore che dia del tu al pallone, ci saranno altri a correre per lui, altri come Biagianti gol e dinamismo costante.
Concretezza, poi, che passa dai numeri: Al Massimino il Catania fa la voce grossa, otto vittorie ultime otto giornate, fuori casa no e il fattore mentale uguale sicurezza rimane qualcosa da risolvere cercando di aprire il cassetto giusto grazie ad un gol risolutore da tre punti, uno scontro diretto da vincere o una rimonta. Numeri che parlano oggi di 50 punti, non pochi e una gara da recuperare senza dimenticare che il Catania riposerà.
Concretezza, dinanzi alla possibilità di…? Cosa? Il raggiungimento della promozione in serie B. Diretta? Complicato perché dovresti sbalordire tutti battendo Catanzaro e Juve Stabia e sia chiaro questa squadra potrebbe anche farlo se trovasse un improvviso chiavistello. Attraverso l’inferno dei playoff? Possibile e la ricerca della solidità passerà proprio da queste ultime giornate che ci separano dalla chiusura del campionato.
Finale, dedicato alla Lucida concretezza legata al lottare. Cosa significa? Che nonostante tutti i problemi del mondo, nonostante le incazzature generali e giuste per carità sul gioco espresso, sui cambi di modulo continui, sul rendimento di molti singoli, sulla gestione del gruppo, su acquisti che piacciono o non piacciono e sulla costante ricerca del colpevole, c’è l’assoluto bisogno di credere. Attenzione, non la stupida ricerca del nulla, ma la consapevole realtà che nonostante tutto è possibile ancora prendere quella corda per uscire dalle sabbie mobili della C. Come? Credendo, anche in maniera masochistica se parliamo del tifoso, già massacrato da questi anni tortuosi e sempre in prima linea a sostenere anche quando arrabbiato fischia. Ma il connubio tifo-squadra in casa Catania è troppo importante e deve rimanere intatto anche col dialogo duro tra le parti, anche nel non consegnare l’alibi dell’abbandono dinanzi a chi è fragile. Non lasciare nulla al caso come la tifoseria rossazzurra non ha mai fatto, fino al triplice fischio dell’arbitro, all’ultima gara della speranza. La stampa, i media devono analizzare, fare cronaca, non hanno verità assolute, ma da buoni cani da guardia devono segnalare cosa va e cosa non va. Non è lesa maestà poi credere anche per loro, nel gioco sottile di un colpo al cerchio, un colpo alla botte, nella speranza che anche Sottil e la squadra diano una mano forte e “concreta” d'altronde passa da loro il concetto di speranza o illusione.