Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Ricchiuti a Catanista: "vi racconto cosa è successo con Mihajlovic. Tra Andujar e Bizzarri..."

Ai microfoni di Catanista è intervenuto oggi l'ex centrocampista rossazzurro, Adrian Ricchiuti per parlare del passato e non solo. Ecco le sue parole: "è un momento difficile, ma dobbiamo tenere duro. Dobbiamo stare a casa, per forza, perchè se no hai voglia a dire passa subito, ma non passa più. Io vivo a Rimini, in Emilia Romagna, è una situazione mai vissuta e spero di non viverla mai più. "Bizarri o Andujar? Sono due grandissimi portieri, Albano non lo conosco personalmente, conosco Andujar e per amicizia il mio voto sarebbe andato a lui. Albano ha vissuto una parte di carriera in Spagna, un portiere che ha fatto tanta esperienza. Mariano è arrivato all'età giusto in Italia ed è cresciuto tanto, magari caratterialmente ha avuto qualche problemino, ognuno di noi è diverso e con i tifosi e con la gente si relazione diversamente. Chi è fuori dallo spogliatoio non sa cosa succede all'interno, o quale sia il carattere delle persone" "L'ultimo anno a Catania sapevo che avrei giocato poco, avevo compagni molto forti. Maran mi diceva sempre che ero più forte in quel momento rispetto a quando giocavo in C, io gli rispondevo 'ok mister ma quando mi fai giocare?' Ho capito comunque la posizione della società che mi ha messo in mano la mia carriera dicendomi: 'se vuoi rimanere rimani, altrimenti se vuoi puoi andare via dove vuoi'. Allenatori? A livello caratteriale Simeone e Mihajlovic penso che abbiano qualcosa in più, poi ogni allenatore ti lascia qualcosa di importante. Come giocatori eravamo un gran gruppo, tutti forti fra italiani e argentini. Tra Barrientos ed il Papu Gomez è difficile scegliere; uno ha fatto una crescita incredibile, il Papu è uno dei più forti nell'uno contro uno; però penso che anche Barrientos sia stato un giocatore stratosferico, limitato solo dagli infortuni" "Nella stagione con Mihajlovic io ero già praticamente un giocatore del Padova, solo che nella settimana prima della mia cessione si dovevano giocare tre gare a Genova, due con il Genova ed una con la Sampdoria. In occasione della prima partita con il Genoa, il mister dà la formazione ed io ero in panchina, vado a vedere il riscaldamento, torno nello spogliatoio e Marcolin mi dice che avevano sbagliato e dovevo andare in tribuna. Potete immaginare quale fosse il mio umore dopo questo episodio. Finisce la partita e perdiamo, andiamo in ritiro a Savona e lunedì facciamo l'allenamento con coloro che avrebbero dovuto giocare in coppa, ma il mister mi tiene accanto a sè solo per lanciare i palloni con le mani. Martedì, rifinitura, idem; mercoledì Marcolin mi chiede se avessi mai giocato a centrocampo, io dico che a me bastava giocare. Giochiamo, vinciamo e giovedì Marcolin mi dice che domenica avrei rigiocato e da lì non sono più uscito. Li ringrazierò sempre perchè mi hanno trovato un ruolo nuovo e mi hanno fatto sentire importante"