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Tecnica e dinamismo: l'identikit del playmaker che serve a Tabbiani

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Nel 4-3-3 che Luca Tabbiani potrebbe proporre anche sulla panchina del Catania, esistono dei punti cardine quasi imprescindibili, per azionare la macchina del gioco. Uno di questi è naturalmente il ruolo di mediano, anzi del playmaker: insomma un regista mai di rottura, ma da piedi e testa capaci di giocare la palla in verticale sempre e comunque.

Francesco Lodi sarebbe anche questo, ma vive con delle incognite che inevitabilmente faranno riflettere società e allenatore in primis: l'età, visto che il mancino di Napoli il prossimo marzo spegnerà 40 candeline, e i problemi che comunque ha avuto nell'arco delle ultime cinque stagioni tra C e D, dati da mediane affrontate sempre aggressive e inclini quasi ad annullare la presenza in campo di Lodi, che spesso senza punizioni difficilmente riusciva ad incidere. Dal mercato verrà dunque cercato altro, un numero 8 o 10 di qualità, spinta dinamicità e affidabilità in più situazioni, capace di aumentare la velocità di movimento della palla, possibilmente a terra, e pure dei compagni attorno. Insomma la solita ricerca di quel mix "tecnica e aggressività" che la dirigenza vorrà vedere in campo.

La questione arà certamente ai primi ordini del giorno quando Grella e Tabbiani si incontreranno prima di iniziare a muoversi concretamente nella finestra estiva, valutando ruoli, possibilità e desideri.