Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Pace, amore e "Joe-ia" infinita

Non avremmo saputo scrivere un finale migliore, noi: forse perché il peso delle delusioni, divenuto a tratti insopportabile, aveva abituato i nostri corpi ad un adattamento costante alla mediocrità, resa insostenibile dalla menzogna. Nello spirito siamo sempre stati una comunità di redivivi: o, ancor meglio, di invincibili. Perché morto, per follie varie, il Catania non lo è mai stato. Oggi ci riscopriamo una comunità che sa sognare ancora: avremmo pure tanti difetti, ma nessuno può toglierci il futuro. Potremmo scrivere una sfilza infinita di motivi a supporto dell'importanza dell'arrivo di Joe Tacopina al Catania, ma lasciamo al domani l'ingrato compito di spiegarceli: pur consapevoli che uno tra questi, "perché quanto fatto dalla SIGI non venga mai dimenticato", non basterà mai a colmare il senso di gratitudine di un popolo verso chi ha trasformato la morte della passione, concreta e incombente, in un incubo astratto e lontano. Siamo comunque certi che se qualcuno ci avesse raccontato un epilogo del genere appena un anno fa, avremmo riso in faccia persino al destino. Una sola cosa, Joe. Saprai già dei "treni", come del risanamento mai compiuto. Delle "doppie scrivanie", delle offese in pubblica piazza: perché sarà pure un "wild world", il nostro, e non ci stancheremo mai di lottare (siamo quelli del "Melior de cinere surgo" non a caso), ma "niente più" corse contro il tempo. "Niente più" salti mortali, colpi al cuore, miracoli compiuti: solo pace, amore e "Joe-ia" infinita. Con un pensiero particolare a chi non ha mai vissuto il Catania in A, né visto i più grandi, calcisticamente, cadere di fronte ad un Massimino stracolmo. Non sappiamo ancora cosa quale nefasto presagio annuncerà Paolo Fox tra qualche giorno. Intanto, risorti dalle ceneri, gioiamo insieme: perché questo significa essere una comunità che non muore mai. See you soon (in altri lidi, si spera), guys!