Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Andrea Russotto a Catanista (parte 1): "Ferraro bravo a gestire un gruppo competitivo, abbiamo tanta voglia di festeggiare. Sugli under e Pelligra vi dico..."

Le parole diAndrea Russotto, attaccante del Catania SSD intervenuto ai nostri microfoni

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Intervenuto in studio ai microfoni di Catanista, Andrea Russotto ha parlato del campionato svolto dai rossazzurri fino ad ora, con un occhio al futuro:

"Le mie caratteristiche? Nel calcio parlano i numeri, e quest'anno dicono che sto facendo bene entrando a partita in corso. Forse perché sono riuscito in diverse situazioni a rialzare i ritmi lì dove si erano abbassati. Ha funzionato ed è giusto riproporla, siamo tanti e tutti bravi. Non ho preferenze tra fascia destra e sinistra, ho anche giocato a due insieme a Curiale, e Lucarelli mi chiedeva sempre di dire quanto mi trovassi bene, ed effettivamente mi sono divertito. Peccato perché quel campionato avrebbe potuto cambiare la storia. 

Il mondo degli allenatori? È un mondo difficile, soprattutto se alleni in piazza esigente come Catania e nell'anno della rinascita. Dove ti si chiede tanto con un parco giocatori importante: fare la domenica le scelte non è facile. Ferraro sicuramente sta facendo un buonissimo lavoro, e noi lo stiamo accompagnando accettando le sue scelte. Vi assicuro che è un gruppo non facile da gestire perché di giocatori importanti ne ha tanti.

A livello mentale è stato un campionato difficile, più che a livello fisico la cosa complicata è pensare di dover vincere tutte le partite. Per questo l'asticella delle prestazioni si è alzata ancora di più al rientro dal Natale, perché abbiamo recuperato da questo punto di vista. Abbiamo anche lavorato di più su certi aspetti, sono uscite al massimo le qualità della squadra. Il campionato vive sempre momenti differenti, all'inizio magari per noi era meglio aspettare e ripartire; questo è invece il momento in cui il gol ce lo andiamo a prendere da subito. Io poi spesso parto fuori e quindi lo noto di più in panchina, secondo me ora si sono assemblate tutte le componenti e tutto gira al massimo. Quando fai il 90% del possesso palla e gestisci la partita è normale che porti tanti uomini in area avversaria, anche lo stesso Rapisarda mi sembra abbia fatto 4 gol e 4 assist. A Locri abbiamo dominato ma a livello mentale un po' sì, ora abbiamo troppa voglia di chiudere il campionato e festeggiare, tanto che stiamo facendo una settimana allo stesso modo in vista del Paternò, altra tappa fondamentale. 

Poi alla fine si torna sempre ai numeri, che dicono stiamo facendo bene. Il merito va allo staff tecnico e alla società brava a non far uscire mai dai binari tracciati ad inizio anno, anche questo porta a +17 punti sulla seconda in classifica. C'è poi un gruppo fantastico, ridiamo e scherziamo insieme, e stiamo alzando il livello perché pensiamo anche alla prossima stagione. A vittoria acquisita sicuramente farò un tatuaggio, cosa non sempre vista di buon occhio dagli allenatori o dirigenti, addirittura a Napoli Marino mi fece tagliare i capelli. Secondo me sotto questo aspetto si sta un po' passando da un estremo all'altro, oggi vedo già giovanissimi e allievi con tutte le braccia tatuate...

Gli under del Catania sono tra i più forti d'Italia, altro merito da dare alla società. Tutti elementi importanti ed adatti a fare le fortune della squadra, alcuni hanno giocato di più, ma anche gli altri con cui mi alleno vi assicuro sono forti. Chiarella è un calciatore importante con un ruolo simile al mio, ma non è più un giovane, perché ha qualità che lo fanno uscire dalla percezione del giovane. Deve crescere, non tecnicamente o fisicamente perché le ha già queste cose e non gli verranno mai tolte, ma mentalmente. Ci saranno sempre maggiori aspettative su di lui, non potrà permettersi di steccare qualcosa e avrà sempre attenzioni puntate. È un po' quello che è successo a me, se hai tanto sei costretto a dare tanto, come fosse una colpa. Lui però è umile, lavoratore, eccezionale.

La società? Mi dà la sensazione di lavorare con professionalità. Ai tempi di Tacopina, quando si pensava dovesse risolversi positivamente la cosa, in società sarebbero rimasti elementi già presenti insieme a lui. Oggi invece la società è partita totalmente da zero, con persone che hanno fatto la storia come Grella e Carta. Nelle fondamenta ci sono comunque persone che erano presenti, utili anche per indirizzare alla piazza la società.

Di Pelligra mi ha colpito la sua semplicità, nel modo di parlare e di porsi. Quando trovi una persona che ha fatto del lavoro e del sacrificio il proprio obiettivo personale, lo ammiri.

Il prossimo anno? Dico la verità, ancora non ne abbiamo parlato. C'è da vincere un campionato, poi la società farà le sue scelte rendendo anche il prossimo Catania possibilmente vincente. Le aspettative tra C e D sono le stesse, c'è poco da fare, devi vincere. Sicuramente la qualità il prossimo anno sarà maggiore, contro società che fanno la categoria da tanto tempo. La squadra dovrà essere brava a calarsi nella categoria in maniera diversa, nei momenti di difficoltà soprattutto visto che quest'anno non ne abbiamo vissuti a parte quella sconfitta".