Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Emmausso e il Catania: destini incrociati, tra sogni e voglia di rivalsa

Se c'è una cosa che non sfugge alle regole del destino, quello è il calcio. Inequivocabilmente costretto a seguirne le leggi, le dispiega nascondendole sotto la scarsa definizione di "coincidenze". E non dovrebbe neanche destare sorpresa il fatto che il cammino di Michele Emmausso e del Catania si sia incrociato proprio lì, a metà tra il destino e il calcio. Di Emmausso si possono dire tante cose: si può iniziare dalla carriera da golden boy che, per diversi motivi, ha preso pieghe impreviste rispetto alle aspettative dettate dal talento cristallino che aveva incantato il Genoa (presupposto per ritornare in alto, come sempre, dato che il talento è lo stesso). Possiamo raccontarne la storia, fatta di rivalsa, romanticismo e fatica: che poi è quanto riesce a farti emergere da un contesto sicuramente non semplice come quello di Scampia. Possiamo accennare alla svolta della sua storia calcistica, che è semplice come il sogno di un bambino: una partita tra amici in strada, di fronte al supermercato. Semplicità, appunto. Come è semplice, tra l'altro, il futuro che il destino ha scelto per lui: il Catania non è lì per caso. Ricorderemo sempre l'1 marzo scorso come l'ultima gara con il libero accesso allo stadio, fin qui, con lo spettro del Covid pronto a minacciare il prosieguo del campionato. Ricorderemo le immagini, la freccia scoccata da Mazzarani sotto la Nord, mentre Lucarelli proprio non riusciva a contenere la gioia del momento: Emmausso ricorda quel giorno lì come l'ultima gara ufficiale disputata ad oggi, con gol. Di punta, dopo un ottimo inserimento, una delle sue caratteristiche: il resto, che in numeri vuol dire 84 partite e 14 reti tra i professionisti con le maglie di Vibonese, Reggina, Siena, Cuneo e Taranto, è quanto di più interessante possa esserci per un allenatore, Beppe Raffaele, che ha fatto bene anche grazie ad esterni, o seconde punte, come il classe '97. In attesa di vederlo al Massimino: lì, dove il suo destino e quello del club rossazzurro si sono incrociati e legati. "Never give up" tatuato sul collo: con tecnica, sogni e voglia di rivalsa. Proprio come il Catania. Fonte foto: Gazzetta del Sud.