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Editoriale: punizione, drone e filotto

Poco da ricordare di Acireale-Catania, ma la sostanza resta

Scritto da Stefano Auteri  | 

Se Bruno Pizzul avesse dovuto commentare Acireale-Catania diciamo che difficilmente avrebbe utilizzato il suo classico “tutto molto bello”. Partiamo con questo eufemismo per cercare di ragionare su una partita che è stata davvero un pessimo spot per il calcio, ma che incarna molti cliché proprio legati a questa categoria. Stadio fatiscente; tifoseria ospite assente; campo piccolo e pieno di zolle e dune; errori tecnici e arbitro rivedibile. Peggio di così non si poteva imbastire un non spettacolo pasquale, e pensando alla rivalità e al sano spettacolo che avrebbe potuto offrire la sfida fra Acireale e Catania viene in mente solo una parola: peccato.

Parliamo chiaramente: l’unica cosa per cui si ricorderà la sfida di ieri non sarà tanto il gol di Russotto per quanto bello e decisivo ai fini dell’inseguimento del record di vittorie, quanto il drone con la sciarpa del Catania che ha sorvolato il campo. Che avesse l’autorizzazione è impensabile (quindi non si dovrebbe fare) ma è stato il modo con cui i tifosi del Catania hanno manifestato la loro presenza pur in assenza. Un gesto comunque iconico, così come le bandiere che sventolavano nei terrazzi delle case vicine allo stadio o la signora affacciata con maglietta rossazzurra e sciarpa sventolante. Anche questa è Serie D, ma in futuro, magari prima del fischio di inizio di un Milan-Catania, ricordare questi aspetti della categoria genererà semplicemente un sorriso.

Parlando delle scelte di Ferraro, si è visto un Catania sperimentale, non tanto nel modulo quanto nelle decisioni dei singoli con tantissimi volti nuovi nei primi undici e piedi illustri in tribuna. Difficile dire se ha fatto più scalpore la presenza da titolare di Giovinco o le esclusioni dalla panchina di De Luca e Lodi, ma di certo il Catania non ha offerto il suo volto migliore disputando una soprattutto un primo tempo sottotono e privo di ardore agonistico. Sarebbe sbagliato, però, attribuire responsabilità ai ‘neo titolari‘, perche più probabilmente è stato tutto un atteggiamento mentale non perfetto ad aver condizionato l’impatto con la sfida. Del resto non è facile neanche per chi ha giocato poco essere in massa mandato in campo insieme a tanti altri neofiti senza troppi punti di riferimento. Le condizioni del campo hanno fatto il resto, ma la soddisfazione del tecnico espressa nel post partita probabilmente è stata più di circostanza che altro. Meglio nella ripresa con l’adattamento al campo e, di conseguenza, le punte pesanti E l’utilizzo di un 4-4-2 prima ibrido con Palermo, poi più puro con Chiarella. 

Detto ciò il Catania è arrivato a ben 14 vittorie consecutive e ormai sfrutta l’inerzia di un’annata che ha detto tutto. Probabilmente ha detto tanto anche per le scelte dei dirigenti che al novanta per cento avranno già le idee chiare e mantengono un margine di cambiamento minimo dettato da questo finale di stagione. La prossima sfida, però, siamo certi che Lodi e compagni la affronteranno con la solita qualità e fluidità, chissà se ancora con novità o meno, ma certamente con la voglia di proseguire il filotto.