Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: ballando sotto la curva... vuota

C'è un'immagine su tutte che rimarrà impressa come fotografia della gara fra Catania e Virtus Francavilla ed è il ballo e l'esultanza dei giocatori sotto la curva deserta. Una diapositiva potente che sintetizza il contrasto interiore che sta vivendo oggi Catania ed il Catania, una gioia irrefrenabile che fa a pugni con la situazione generale, un "non potersi lasciare andare" perchè la felicità deve convivere con l'angoscia. E' vero gli spalti desolati stavolta erano colpa del Covid, ma il pensiero rimanda all'antitesi vissuta tra campo ed extracampo, con i festeggiamenti dopo i novanta minuti e l'attesa ancora snervante dell'epilogo della vicenda legata al futuro del club, con un bando che ancora non c'è. Un'impresa titanica quella della formazione di Lucarelli che è riuscita a sopperire non solo ai due gol di scarto (frutto di leggerezze difensive ma anche della bravura altrui), ma soprattutto ha gettato il cuore oltre gli ostacoli rappresentati da una preparazione atletica più breve rispetto alla Virtus Francavilla, dagli stipendi non pagati e dagli addii di Di Molfetta, Marchese, Rizzo ed Esposito. La salita si fa più ardua? Nessun problema, come il miglior scalatore il Catania sembra quasi trovarsi a proprio agio nella sofferenza, e senza perdere lucidità e compattezza, pedalata dopo pedalata, ha raggiunto la vetta trionfando quando quasi nessuno ormai se lo aspettava. Che Lucarelli fosse il condottiero ideale per combattere in questa baraonda non c'erano dubbi, ma che dopo 112 giorni riuscisse ad avere una tale risposta fisica e mentale da parte dei suoi uomini non era assolutamente scontato. In realtà c'è un'altra immagine molto evocativa che ha caratterizzato la serata: il blackout sul 2-1 in favore degli ospiti. Nel momento più difficile l'oscurità sembrava aver preso totalmente il sopravvento, un'atmosfera tetra che collegava la possibile eliminazione al rischio di vita della matricola; poi il secondo tempo e quella luce riapparsa grazie alle sgroppate di Biondi, alla fantasia e intraprendenza di Capanni e alla inarrestabile progressione di un Pinto che sembrava essersi impossessato del dna di Tomba e Baggio in egual misura. Una luce forte e calda, che è riuscita a infrangere le tenebre sul rettangolo verde, ma che è impotente probabilmente difronte al dubbio legato alla sopravvivenza del Catania. Su quel fronte sia i tifosi che i giocatori sono inermi, spettatori di una vicenda che ormai va avanti da mesi, ma consapevoli che più il tempo passa e più i rischi aumentano. Speranza, ansia, angoscia e gioia, tutte nel frullatore, ma ancora non sappiamo quale sarà il gusto del futuro rossazzurro.