Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Catania e Reggina tra passato, presente e una chioma che svolazza...

Era novembre, era il sessantanovesimo minuto, era il Granillo ed era una delle tante, mai banali sfide tra Catania e Reggina. Un sussulto improvviso, dopo le parate di Pantanelli e la determinazione della difesa rossazzurra, la chioma di Corona che si agita e poi il delirio. Uno a zero, ennesimo gol pesante di Re Giorgio e tre punti pesantissimi conquistati col sudore, con la determinazione e con la solidità difensiva al cospetto della Reggina di Mazzarri che a fine campionato avrebbe ottenuto ben 51 punti. Altri tempi (di anni ne sono trascorsi tredici) ma la gara tra amaranto e rossazzurri rimane sempre contornata da un fascino inspiegabile, forse vintage, ma che di certo ne rende impronosticabile ogni previsione. Sicuramente tanti aspetti sono cambiati. Allora le due piazze vivevano i fasti della massima serie con speranze di crescita, oggi l'effetto devastante degli ultimi anni regala costanti montagne russe con esaltazione subito incalzata da scoramento, e viceversa. Dopo il mercato di gennaio la Reggina sembrava essere pronta per mirabilie; dopo febbraio il Catania sembrava sull'orlo di una crisi di nervi. Adesso invece tutto è cambiato con gli etnei che sognano nuovamente in grande e la squadra di Drago limitata da penalizzazioni e tanti punti interrogativi. Ciò che non è cambiata e non cambierà mai è l'importanza della posta in palio perché vincere sia per l'una che per l'altra sarebbe garanzia di fiducia in ottica futura. Un'altra cosa che non è cambiata è la folta chioma riccia che svolazza, da Corona a Marotta, con caratteristiche per certi versi simili e con l'ex Siena alla ricerca di quei gol promessi per trascinare verso la promozione. Insomma la settimana è intensa, la sfida è di quelle calde, il filotto è alla portata dunque non resta che pensare al passato, fare un sorriso, riporre i ricordi nel cassetto e vivere tutto d'un fiato i prossimi novanta minuti.