Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

SIGI - Tacopina: Adesso anche basta

"Bella questa telenovela SIGI-Tacopina, ma non ci vivrei". Mentre il Catania e i suoi tifosi, populismo o meno, come al solito soffrono: perché di schermaglie dialettiche da innamorati indispettiti avremmo volentieri fatto a meno, angosciati come siamo, tutti, da un passaggio societario che ha riportato tutti indietro nel tempo, neanche fosse una macchina del tempo dalle coordinate sbagliate. E così siamo stati catapultati a settembre scorso, con gli stessi discorsi, le stesse terminologie (manifestazioni di interesse comprese) e, figuratevi, le stesse incognite. Oh, siamo chiari sin da subito: entrambi i comunicati non vanno bene. Non stilisticamente: per carità, lasciamo ad altri il compito di giudicare lo stile altrui... Non vanno bene nella sostanza. Hanno falle grandi e incolmabili: e soprattutto danno il via a una sagra alla quale non avremmo voluto partecipare. Tacopina, ad esempio, come riflette la SIGI nella sua nota, avrebbe dovuto spiegare il perché della mancata propoga del contratto preliminare: perché, insomma, pur essendo un suo diritto, abbia deciso a differenza del passato di recedere (dopo la scadenza, comunque) e di non riaggiornarsi in futuro. Su questo sì: bisogna far luce. Per il resto, però, SIGI ha la potenza economica (non parliamo di "muscoli", vista l'esperienza con i due sponsor, o partner, mai visti realmente a inizio avventura) per andare avanti senza Tacopina? Sì? Bisogna mostrarla. Bisogna mostrarla anche perché pochi mesi fa è stato Tacopina a coprire alcune scadenze che, altrimenti, sarebbero rimaste scoperte. Perché, sì, chiaro "SIGI, che com’è noto finora ha investito ben più di Tacopina nel progetto": ma sarebbe stato strano il contrario, visto che allo stato attuale dei fatti, dal 23-24 luglio scorso, la proprietaria del club è SIGI, e non Tacopina. Bisogna anche chiarire un altro punto: se "SIGI non ha mai avuto formalmente l’evidenza dei fondi da parte dell’acquirente", come può essersi seduta a firmare un contratto preliminare? A chi avrebbe venduto, in caso di closing, il Catania? A un acquirente senza garanzie? L'avvocato Ferraù, da presidente SIGI (la stessa del comunicato di ieri), questa mattina ha calibrato il tiro: "termini, condizioni, certificazioni, risposte sono gli ostacoli da superare insieme per il bene unico del Calcio Catania". Segno che nessuno può permettersi un'altra calda estate, senza l'ombra rassicurante e rinfrescante del buon esito di questa trattativa.