Editoriale: Due spari, poi solo colpi a salve della politica bruttezza
La Politica della bellezza del singolo, anzi due, che parte dalla rabbia e dal cuore del sinistro di Biagianti e si conclude nella solita estrema educazione e pulizia donata ancora da un altro sinistro, IL sinistro, di cristallo di Francesco Lodi. Possiamo fermarci? Sarebbe il caso, rispetto alla rilevanza dei costanti enigmi di giornata, ma non renderemo giustizia all'ottima gara di una volenterosa Paganese che ci ha provato anche dopo lo svantaggio e saremo poco lucidi nel non evidenziare le solite lacune di un Catania ancora empio di interrogativi nonostante i tre punti, doverosi. Stesso discorso obiettivo, paradosso rispetto alle espressioni sul campo, le otto vittorie consecutive dei rossazzurri al Massimino
Politica della bruttezza, invece, che parte da un dato: 32 gol subiti dalla Paganese solo nel primo tempo, penultimo posto in classifica, 1 punto ultime 5 gare e solo una vittoria in campionato. Si, avrà fatto soffrire la JuveStabia nel non aver concesso spazi, ma dinanzi ad un avversario vigoroso ha ceduto mestamente vedi il 4-1 del Catanzaro.
Premessa fisiologica per consegnare le reali, croniche e assolute difficoltà del Catania di Sottil, che tanto per stare sul pezzo cambiava ancora modulo, anche dinanzi ad un avversario in coma profondo e in piena crisi d'ossigeno. Questo per spiegare le tre palle gol della Paganese compreso il gol splendido su punizione di Capece. Questo per spiegare la modestia assoluta della gara e dell'essere snob dei rossazzurri amplificata dalle numerose palle gol create senza sudare davanti alla totale inconsistenza difensiva dell'avversario. Le occasioni sprecate da Curiale, Manneh e Marotta sono stati i primi schiaffi di giornata della fase offensiva continuati stavolta col contagocce nella ripresa ancora con Curiale e poi con Di Piazza amplificando il non rumore delle punte.
Eppure si vince e ci mancherebbe. Sarebbe stato il colmo aver solo annusato beffe da clamoroso al Cibali da parte della Paganese. Oppure se volessimo prendere in giro chi non ha guardato e volesse solo conoscere potremmo anche illudere o fantasticare parlando di una Paganese che al Massimino si e' ritrovata effervescente, e tramutata improvvisamente nella bella copia del grande Liverpool di Klopp. Invece la Paganese era solo la stessa e modesta squadra penultima in classica, viva per carita', e purtroppo il Catania la stessa ancora indecifrabile compagine difficile come al solito da spiegare.