Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Bellinazzo a Catanista: "Con Pagliara progetto interessante"

Intervenuto ai microfoni della redazione di Catanista, Marco Bellinazzo, giornalista de "Il Sole 24 Ore", ha parlato del Calcio Catania in vista della nuova stagione.

Calcio Catania con 50 milioni di debiti in serie C. Un atto coraggioso quello di Sigi o ponderato e potenzialmente redditizio?

A mio avviso è un’iniziativa importante che punta molto sul territorio e su alcune individualità manageriali importanti, come ad esempio Fabio Pagliara che si è speso in questo progetto. In questo momento la tifoseria deve stare a fianco di questa nuova proprietà, perché il progetto è importante e merita di essere sostenuto. Diversamente il Catania sarebbe passato dal tribunale fallimentare, dovendo poi ripartire dai dilettanti con tutte le incognite del caso”

Modello di azionariato diffuso è vincente nel calcio? Crede il Catania debba nel tempo passare ad un azionariato di tipo popolare?

“Se guardiamo al recente passato quello di azionariato diffuso non credo sia un modello vincente. Però, parlando del Catania, proprio per l’affidabilità di alcuni soggetti che si sono spesi in questo progetto, c’è alla base una visione molto chiara di quello che è un progetto di gestione diversa di una società di calcio e credo che potrebbe essere un bell’esperimento. Le più grandi realtà europee sono basate su modelli di azionariato diffuso, Barcellona, Bayern Monaco, sono basate proprio sull’azionariato diffuso, il problema in Italia è che non esiste una cornice normativa che valorizzi questo tipo di supporto. Nel testo unico della riforma dello sport che aveva proposto il ministro Spadafora c’era una novità che riguardava proprio l’azionariato popolare e diffuso, una proposta comunque interessante. Il Catania credo che da questo punto di vista possa rappresentare un’esperienza nuova per il calcio italiano, all’avanguardia, in cui il gruppo che si pone alla base dell’assetto proprietario è un gruppo di imprenditori locali che partecipano al progetto condiviso. Potrebbe essere un’esperienza molto interessante a patto che ci sia un management forte a cui dare un mandato chiaro, quello di portare chiaramente il Catania in serie A nel giro di tre, quattro anni, pur sapendo che scenario economico alle porte è molto chiaro, occorre infatti un investimento dalla C alla A di almeno 20 milioni, investimento che però si può ripagare da solo perché consideriamo il fatto che in serie A, solo di diritti tv, il Catania potrebbe incassare una cifra da 35-40 milioni”

Tacopina ha mostrato interesse per il club etneo. Crede il suo modus operandi possa sposarsi con la situazione che vive al momento il Catania?

"Credo che non possa sposarsi. Tacopina è un avvocato di affari e che ha fatto tante esperienze importanti, da Bologna, Roma, Venezia, però io credo che alla base del nuovo progetto Catania debba esserci un azionariato stabile, per quanto diffuso. Un progetto che provi a rilanciare il Calcio Catania a livelli importanti, a livelli che ricordiamo erano già stati raggiunti dall’esperienza Pulvirenti, non bisogna infatti dimenticare gli anni importanti vissuti prima degli esisti negativi successivi. Io credo che la nuova proprietà con questo nuovo modello potrebbe rappresentare un bel progetto per il calcio italiano. Va verificata la tenuta di questa compagine societaria diffusa, ma va anche incoraggiata e sostenuta, perché conoscendo vari soggetti dell’attuale governance del Catania, ritengo ci siano alcune condizioni favorevoli, a partire proprio dalla capacità manageriale di alcuni soggetti. Un’avventura che quindi nasce sotto buoni auspici, ma che resta difficile, non va dimenticato che il prossimo campionato di serie C sarà uno dei più complessi della storia, avremo infatti Bari, Palermo, Catania. Sarà una lotta affascinante, anche per gli sponsor stessi”

Collegandoci proprio agli sponsor. La ripresa per lo sport nell'era post Covid rischia di essere in salita per tante società di calcio. Quanto è importante da questo punto di vista il credito d'imposta in serie C in questo momento storico?

Credo sia fondamentale che il governo approvi il credito d’imposta per le sponsorizzazioni. Siamo nei momenti decisivi di questo provvedimento: mi auguro sia il più ampio possibile e favorisca tutte quelle aziende che nonostante le difficoltà economiche vorranno ancora sostenere lo sport e il calcio. Il Catania vede alle porte un campionato che sarà molto competitivo, ma anche difficile perché bisognerà capire quando gli stadi riapriranno e quando e come gli sponsor continueranno a sostenere i club. Il Catania dovrà comunque ambire alla promozione in B e intraprendere un percorso di due, tre anni, che dovrà portare al massimo campionato. Da questo punto di vista credo che la serie C e in particolare il girone c, sarà uno dei più importanti e spettacolari quest’anno e credo che sarà importante allestire una squadra che sia competitiva dal punto di vista agonistico, il Catania non può non ambire alla promozione”

I tempi per una riforma dei campionati sono maturi? Ad oggi, quale possibile scenario disegna?

Ritengo sia indispensabile prima di tutto avere una serie C con tante squadre che siano rappresentative del territorio. Andrebbe rivisto l’asset del format dei campionati e anche la governance dei club per farli lavorare in un ambito di sostenibilità economico-finanziaria. In questi anni questo non è accaduto. La serie C infatti perde tra i 60 e 90 milioni all’anno e questo scenario non è più sostenibile perché le aziende che erano alle spalle dei club si trovano adesso a non dover licenziare i propri lavoratori, piuttosto che supportare le attività sportive. E’ necessario che ci siano incentivi da parte del governo allo sport italiano, credito d’imposta, ma non solo, e credo sia fondamentale, prima di pensare alla riforma dei campionati, focalizzarsi prima di tutto sulle regole giuridiche, fiscali e di carattere giuslavoristico. Da questo punto di vista l’attività che aspetta Francesco Ghirelli è fondamentale perché il tema centrale deve essere quello della sostenibilità. Il rischio da qui a due anni è quello di veder scomparire un terzo dei club e questo non è accettabile dal punto di vista sociale ed economico, per tutto quello che rappresentano i club di serie C per l’Italia”

I settori giovanili possono diventare la risorsa imprescindibile nell'era del post Covid? E in serie C quanto incide avere un buon settore giovanile in un progetto come quello che vorrebbe improntare il Calcio Catania?

Mi sembra che più volte il presidente Ghirelli ne abbia parlato. Sono più che convinto che la serie C debba essere il campionato dei giovani. Mi piace l’idea di giocatori formati dai club di serie C, sia dentro che fuori dal campo. Credo la serie C debba essere questo tipo di palestra e mi auguro che nonostante le difficoltà che ci sono, e nonostante la crisi economica che attanaglia l’intero paese, si possa proseguire su questo piano di riforme, perché sono fondamentali per dare un senso e un obiettivo ad una lega come quella di serie C che è un unicum a livello nazionale e che deve cercare di risolvere i suoi problemi a partire anche dalle sanzioni e dalle penalizzazioni da infliggere a quei club non gestiti magari in maniera regolare. Un passato, questo, che la serie C spero si possa lasciare alle spalle. E spero che il Catania con la nuova dirigenza, ho infatti fiducia in alcuni soggetti che hanno portato avanti questo progetto, possa essere in tal senso un esempio positivo per la categoria”