Favole, Cda, Presidenti e futuro indecifrabile
Ancora rivoluzioni, ancora cambiamenti, ancora, però, senza un barlume di giovamento. Più giusto pensare al solito tentativo estremo di restare a galla, da parte di Pulvirenti, tutelando interessi extra calcio, perché il calcio, in fondo, rispetto allo “tzunami” generale, conta, ma fino ad un certo punto. Anche perché quelle cosiddette immunità passate non scritte, della sfera di cuoio e del Catania, sembrano ormai concluse per il gruppo Finaria. Pulvirenti, però, non molla, o meglio resiste, o meglio strattona e forse pretende, invece di consegnare, a chi di dovere, immediato futuro e speriamo prospettiva per i colori rossazzurri.
L’indagine della Guardia di Finanza sulla, presunta, seconda bancarotta fraudolenta, da parte di Pulvirenti dopo quella legata a Windjet, processo anche qui ancora in corso, rimane un altro macigno che potrebbe definitivamente mettere la parola fine. Intanto, però, ecco spuntare un nuovo liquidatore, nel giro di due mesi, che si affaccia nei pensieri del Patron, forse perché il “rigido”, giustamente, e “schietto” ingegnere Di Natale poco si amalgama e poco si adegua ai desideri dello stesso azionista principale etneo.
Doveroso farsi qualche domanda e soprattutto chiedersi i perché di continue rivoluzioni, spesso senza una logica decifrabile. Illogico anche l’aver messo in discussione l’attuale e per ora confermato Amministratore delegato Di Natale. Gli scontri tra i due sono ormai noti a tutti e il congedarsi, senza motivi ufficiali, da parte dell’ex presidente Franco, dell’avvocato Gitto e del consigliere Caruso è un segno di taglio assoluto dell’ex “governance” che non accetta imposizioni o prese di posizione da chi oggi dovrebbe solo accettare le soluzioni dei suoi consulenti.
Insomma diciamo le cose come stanno: Di Natale è rimasto solo per facciata, messo in discussione, palleggiato per poi essere confermato con milioni di dubbi. Insomma la solita bugia a denti stretti, con il sorriso, da parte di Pulvirenti a tifosi e appassionati per cucire le bocche della critica, far star buono Lucarelli, dare apparenza di continuità agli stolti. Ma attenzione, perché il laborioso Ingegnere rimane il classico separato in casa o meglio l’accerchiato dal nuovo Cda e soprattutto scippato e sollevato nel ruolo di liquidatore di Finaria.
Spiace vedere un illustre professionista come l’avvocato Ignazio Scuderi, incastonato in scenari pieni di nuvoloni neri all’orizzonte, ma spesso il protocollo della professione e la “mission impossibile” supera certe volte quelle del razionale pensiero o della indiscussa signorilità, peccato. Veniamo, invece, al gioco delle parti, all’illustre sconosciuto, fino a tre giorni orsono, per il mondo del calcio che conta, il nuovo presidente il dott. Gianluca Astorina. Il commercialista catanese classe 1970, da ieri, entra negli almanacchi, ma il suo profilo da piccolo presidente di società di provincia e di categorie minori consegna già il ruolo nel copione, redatto da Pulvirenti, che dovrà assumere in seno alla società di Via Magenta. Diverso il ruolo di nuovo liquidatore, dove Astorina sarà la vera voce interessata di Pulvirenti, il braccio, la mano operante, un classico uomo del presidente, pardon del Patron non più consigliere, che mal di testa.
Ecco l’incastonarsi del capitolo cessione. La Cordata manda messaggi chiari, di sicurezza e operatività, di aver tutto pronto avendo studiato tutte le soluzioni e accordi per la cessione con i consulenti del Catania. Tutto ovviamente mosso dallo studio Gop di Roma e dalla mano operativa di Di Natale e Gitto prima della rivoluzione del CDA. Tutti verso una direzione quella di voler dare un nuovo futuro al Catania, tutti tranne Pulvirenti che sventola finta bandiera bianca, ma che rivoluziona, si protegge ed manda in prima linea nuovi emissari guidati a scapito di lucidi professionisti votati solo alla chiusura di un impero ormai al tramonto
Dal 2013 ad oggi, da quando Pulvirenti ha operato scelte ed uomini o forse da quando il vaso di pandora è stato scoperchiato, è un tunnel infinito che non trova luce. “Risorsa” Cosentino, i Treni passati, Delli Carri, il tridente che poco ha potuto, date le porte del baratro, Bonanno, Pitino e Ferrigno, passando per il Lo Monaco Bis, di speranza, specchio che i cavalli di ritorno e perfino senza fieno non funzionano e soprattutto quando diventano imbizzarriti rompono solo staccionate storicamente solide, forti e durature.
Dov’è orientata la nuova mossa di Pulvirenti? Perché consegnare ancora folli incertezze ad una piazza già violentata dalle sue scelte e dalle sue bugie? La favola sembra ormai dissolta. Mangiafuoco può agitare ancora i burattini, Pinocchio però, prima o poi ,finisce nella pancia della Balena. La speranza sono la fata turchina o Geppetto… arriveranno?