Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: San Crispino esiste, ma sono maggiori i demeriti rossazzurri

C'era curiosità, c'era attesa e c'erano speranze. C'era tanta voglia da parte della tifoseria rossazzurra di tornare a parlare di campo e di poter rosicchiare qualche punto alla Juve Stabia, e invece proprio il campo ha detto l'esatto opposto per merito di San Crispino (no non quello della pubblicità ma l'estremo difensore del Siracusa) e per la capacità della Juve Stabia di imporsi anche sul campo della Viterbese. Una sconfitta pesante quella rimediata dagli etnei che adesso devono riflettere e pensare a come archiviare velocemente questo passo falso. Difensivamente il Catania ha concesso troppo, con Lele Catania in versione Ronaldo che è riuscito da solo a mettere in crisi un Esposito totalmente spaesato e spesso in ritardo. Posizionamento errato e troppi spazi non coperti da un centrocampo non abbastanza attento in fase di non possesso e non abbastanza dinamico come vorrebbe Sottil. E' vero, nel primo tempo i rossazzurri hanno creato cinque nitide palle gol, ma hanno anche rischiato in troppe circostanze, e questo aspetto deve essere sottolineato perchè per recuperare terreno sulla Juve Stabia si deve commettere il minor numero di errori possibile. I nuovi - Difficile giudicare l'apporto di Giuseppe Carriero, lanciato in campo dal primo minuto e protagonista di una gara piena di luci ed ombre. Dietro non ha garantito quella copertura che potrebbe essere offerta da Rizzo e davanti non ha acceso l'azione come qualcuno sperava, ma tutto ciò era ipotizzabile visto il poco tempo a disposizione per ambientarsi e per trovare il giusto feeling con i compagni. C'è da dire, però, che è cresciuto col passare dei minuti, ma serve tempo. Di Piazza? Trenta minuti per lui insieme a Curiale e Marotta, ma praticamente non si è mai visto. Anche in questo caso difficile pensare a qualcosa di diverso, soprattutto con un Siracusa estremamente chiuso come quello della ripresa. A tutto ciò aggiungiamo un Curiale poco incisivo e un Manneh non devastante con il rischio che in avanti nonostante alcune cose positive, i limiti del Catania siano sempre gli stessi. Ecco perchè la frizzantezza serve davvero e, se non si vuole lasciare nulla di intentato, bisognerà operare sul mercato. In mediana si attende Palumbo, in avanti un uomo tecnico e bravo nell'uno contro uno, e chissà forse qualcosa anche in difesa non guasterebbe. Certamente, però, il mercato non può essere l'unica ancora di salvezza perchè se vengono create sei chiare palle gol è necessaria maggiore cattiveria sotto porta, se si subisce un gol dopo venti minuti vuol dire che l'approccio deve essere diverso. Insomma la prestazione non è stata positiva e poi la sorte e un Crispino strepitoso hanno fatto il resto.