Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Top Player, Bucolo: umiltà e spirito combattivo

"Il Catania non deve giocare bene, deve giocare da Catania". Solo per queste parole Rosario Bucolo meriterebbe un premio, a prescindere da quello che si è visto in campo, ma soprattutto per ciò che è riuscito a comunicare dopo il suo ingresso e chissà, magari anche tramite la conferenza stampa. Cuore, grinta e umiltà, senza queste qualità non si va da nessuna parte, e quando mancano, come nel primo tempo, tutto si complica maledettamente. Ecco perchè la corsa nel momento della sostituzione con quella pettorina lanciata, quasi a voler liberare la propria energia, e le parole di incoraggiamento proferite ai compagni hanno rappresentato l'ennesima scossa di una partita in cui Novellino le ha provate davvero tutte. Bucolo è stato il migliore in campo, forse a pari merito con Brodic dal punto di vista delle giocate, ma sicuramente protagonista assoluto per quanto riguarda l'aspetto mentale. "Il Catania non deve giocare bene, deve giocare da Catania", stampiamo impresse queste parole perchè non devono rappresentare un limite, bensì una priorità. Novellino lo ha detto più volte, ma in tanti non sembrano rispondere, e allora giusto affidarsi alla determinazione di un ragazzo cresciuto alle pendici dell'Etna e che difficilmente riesce a mascherare le emozioni che hanno preso il sopravvento con la frustrazione e la delusione per l'ennesima prestazione deludente. Sotto il profilo tattico, poi, Bucolo ha evidenziato maggior precisione rispetto a Rizzo, recuperando una grande mole di palloni e garantendo così maggior ritmo alla fase offensiva. Ripartire dall'atteggiamento di Bucolo, ripartire dalla sua umiltà. Quante volte abbiamo ripetuto questa frase nel corso della stagione, ma adesso con Novellino sembra essersi trasformata in un vero e proprio diktat il cui mancato rispetto porterà dritti dritti sotto la doccia o addirittura in tribuna.