Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Un anno di Pelligra: sapori diversi, guardando sempre al futuro e alla storia

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Le date importanti, quelle che non sanno di cambio pagina ma direttamente cambio libro, tendono ad essere ricordate in anticipo: e allora a noi la data del 24 giugno viene in mente con 24 ore di anticipo, il giorno in cui il Comune scelse la proposta per l'acquisizione del nuovo Catania, ovvero il primo passo concreto verso la nascita nuovo club targato Pelligra e Australia. 
Da lì un susseguirsi di notizie e necessità di ricreare con tempi congruenti alle disposizioni, il necessario per ricominciare da capo con idee e voglia di fare, ma con l'emozione, la sensazione, di poter vivere qualcosa di finalmente nuovo.

Ci viene in mente prima, forse perché nelle nostre teste è vivo anche il ricordo di quel 23 giugno 2015, in cui scoppia l'inchiesta dei treni del gol e oggi sono otto anni da uno dei risvegli più gelidi, a dispetto della stagione, che la città abbia mai avuto. Il Calcio Catania è però vivo almeno in parte nel Catania Fc, per ciò che è stato, per il simbolo rappresentato fino a poco più di un anno fa.

Il nuovo club è oggi una realtà ancora molto giovane ma forte dei primi scogli superati chiamati Serie D, conoscenza e ingresso nel territorio: con la testa verso nuove sfide e desiderio di vincerle, nella speranza che Pelligra continui sulla sua moderna linea di pensiero, sempre con il passato ben saldo nella mente come aveva detto, quando nei primi mesi esternò l'intento di voler recuperare la vecchia denominazione e i simboli della storia. La nuova proprietà ha infatti portato tanto di nuovo ma tanto è ancora quello che va fatto per elevare sé stessa e ciò che la circonda a nuovi step, trasformando in atto ciò che da una vita a Catania resta in potenza.