Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

L'analisi: i numeri negativi in zona gol e la difficoltà realizzativa

Scritto da Stefano Auteri  | 
Manuel Sarao

L'inizio a rilento del Catania non lascia spazio a tante elucubrazioni perchè la media di un solo punto a partita evidenzia difficoltà rispecchiabili nella classifica, ma il limite principale che affligge oggi gli etnei è probabilmente la poca prolificità offensiva. Di Carmine e compagni, infatti, hanno messo a referto appena due reti, entrambe siglate nella sfida contro il Picerno, rimanendo invece a secco nelle restanti tre sfide. Un dato assolutamente emblematico, soprattutto se si pensa alla supremazia territoriale fatta registrare con Crotone e Foggia che però non ha portato alla finalizzazione dovuta. Nell'ultima gara i rossazzurri hanno mantenuto il pallino del gioco per tutta la gara, relegando il Foggia nella propria metà campo, ma fa specie come in un'ora di gioco sia arrivata solamente una conclusione ad opera di Rocca.

Oggi inevitabilmente Tabbiani ed il suo staff devono riflettere sul motivo per cui il Catania non riesce a sbloccarsi perchè oltre alla sorte (che in parte è sempre protagonista), è necessaria una maggiore lucidità in zona gol. La sensazione è che molto passi dalle giocate di Chiricò, ma anche che negli ultimi 25 metri alcune scelte non siano state totalmente corrette. Di certo con le difese chiuse il grimaldello giusto per creare la superiorità numerica può essere ricercato nell'uno contro uno del singolo (vedi appunto Chiricò), oppure nel movimento senza palla di terzini e mezzali, dinamica che spesso è stata fatta registrare ma non sempre con le giuste tempistiche e precisione. 

Altro dato da sottolineare riguarda le palle inattive. In primis la difficoltà nel conquistare punizioni dal limite, visto che i tanti giocatori tecnici e la veemenza richiesta da Tabbiani dovrebbero portare a numerosi calci piazzati, ma in realtà lunedì scorso sono state solamente due le punizioni ottenute negli ultimi 25 metri (su una di esse Chiricò ha sfiorato la rete). Discorso analogo vale ovviamente per le potenziali situazioni da rigore. Il Catania non conquista tante punizioni e, del resto non riesce a sfruttare i calci piazzati. Lo zero, infatti, regna sovrano nella casella dedicata ai gol su sviluppo di gioco da fermo, con la sensazione che non ci sia mai una netta supremazia nel gioco aereo. I piazzati, gli episodi, sono ormai il fulcro del calcio moderno, basti pensare allo scorso anno quando un Catania fuori categoria fu “aiutato” dai piazzati con cui sbloccò tre delle prime quattro partite disputate. Insomma lavoro e cura dei dettagli potranno essere la via per trovare una buona vena realizzativa, ma molto passerà anche dall'occupazione dell'area di rigore e dalla fame che dimostreranno gli avanti rossazzurri.