Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Top Player: 88 minuti di applausi

Si conclude il campionato più dominato della storia delle dominazioni, più dei Normanni, dei Fenici, degli Arabi e perfino dei Romani. Il Catania perde l'ultima gara ma è l'inconveniente che fa da contrasto, neanche troppo evidente, ad un cammino caratterizzato da autorevolezza, tecnica e gestione dei momenti. Analizzando la singola partita, verrebbe facile destinare la palma di migliore in campo ad un Russotto dedito al lavoro e capace di ricoprire tutti i ruoli in campo, senza batter ciglio (tranne nei confronti dell'arbitro), ma rimanendo in clima di astrattismo preferiamo premiare un numero, più che un giocatore: 88. Rotondo, corposo e pieno di emozioni positive, questa cifra è il simbolo della rinascita rossazzurra ed evidenzia un percorso di altissimo livello ma non privo di ostacoli per il poco tempo a disposizione.

28 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte, con un differenziale di più 54 tra gol fatti e subiti. Basterebbero questi numeri per esaltare un'annata speciale, ma ad essi si possono abbinare i 15 giocatori mandati a segno; i 28 gol su calcio piazzato; le 44 reti fornite dal reparto avanzato e le 18 gare concluse con la porta inviolata. Troppo per qualunque altra potenziale contendente, ed in effetti nel Girone I le candidate ad essere rivali sono implose nella loro stessa depressione nell'apprendere che il Catania era inarrestabile. Il Catania ha già fatto ciò che doveva e gli 88 punti altro non sono se non il punto esclamativo. Adesso non servono più classifiche ma semplicemente vittorie in scontri diretti e concentrazione fino a metà giugno. Poi la palla passera al mercato.