Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Cosa volete ancora (e di più) da Giuseppe Raffaele?

Bisognerà, prima o poi, trovare un titolo adatto a questa squadra, qualunque sia il risultato finale di questa stagione ancora da scrivere: ma il tempo non manca. Intanto, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, la selva oscura è alle spalle, e la diritta via tracciata. Merito di uomini (prima ancora che professionisti), di attente riflessioni e di concrete applicazioni. Date un amuleto a Giuseppe Raffaele e vi solleverà il mondo: o il monte, l’impervia strada di una stagione calcistica, scalato costantemente con due o tre compagni di viaggio fermi in tenda a riposare, forzatamente. La copertina se la prende lui: critici costanti, tattici improvvisati, novelli rivoluzionari del bel calcio, perdonateci. A poco serve esaltare l’estetica di una squadra, se questa non riesce a segnare: inutile elogiare l’artisticità di un’azione, se questa non porta punti in cascina. Raffaele e i suoi si prendono la copertina perché concreti: dritti al punto e affilati come le urla dell’allenatore rossazzurro, in cadenza siciliana. Vera e pura: senza impalcature né modernismi. Dialettica di chi ha masticato il calcio slegato dalla retorica insopportabile che si piega alla spettacolarizzazione: una prova? Solo 3 punti in meno, a pari gare disputate e sul campo (39, appunto, sul campo in 21 partite), rispetto al Catania di Cristiano Lucarelli (42 punti) osannato e mai dimenticato, andato “di traverso” ai Playoff. E scusate se è poco. Cosa volete ancora da Raffaele? Che moltiplichi pani e pesci? Perché per quel che riguarda la trasformazione dell’acqua, una squadra in premessa non da campionato top (non come Bari e Ternana, idem Catanzaro), in vino, una d’alta classifica con gruppo, cuore e lucide intenzioni, ha già dato. Non vi piace lo spettacolo offerto? Si vince, si suda, si lotta: questa squadra, a differenza di altre portate sul palmo di una mano per l’uno o l’altro idolo della piazza, ha un’anima. Nonostante le cessioni di gennaio (via il capocannoniere), nonostante le premesse difficili (che conoscete già), nonostante tutto. Bisognerebbe riconoscerlo, ogni tanto. Godiamocela.