Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Il candidato perfetto, le responsabilità del Comune e primi rumors di azionariato popolare senza scopo di lucro

Le caratteristiche del nuovo progetto Catania. Comune in allerta che attende la Figc e rumors di azionariato dei tifosi

Attesa, molta. Catania vuole tornare a ruggire sul campo, ma per farlo deve porre basi solide di sviluppo e concretezza. La risposta della Figc crediamo non si faccia attendere e il Comune, la prossima settimana, dovrà essere pronto a curare i dettagli di quelle che saranno le linee guida affinchè Catania abbia il futuro calcistico idoneo ad una città con quasi un milione di abitanti provincia compresa. 

Nonostante l'assenza di rumors è fondamentale non abbassare la guardia, ma pretendere chiarezza fin da subito e soprattutto dalle scrivanie di palazzo degli Elefanti. Bando che dovrà assolutamente mettere da parte e porre paletti ostativi a soggetti che hanno distrutto il calcio catanese e la storia della maglia rossazzurra. Un tassello per molti superficiale, ma invece determinante per cambiare il vento e pretendere qualcosa di diverso invece di della solita minestra insipida riscaldata e immangiabile. 

Solidità finanziaria con un piano finanziario e di aggressione del progetto sportivo con investimenti non inferiori ai 20 milioni per i prossimi 4 anni. Un direttore generale che sappia la gestio di un club calcistico, un direttore sportivo che conosca categorie e che sia giovane e ormai orientato al cambiamento calcio votato sulla crescita degli under. Cartina di tornasole fondamentale sarà anche la volontà di riprendersi Torre del Grifo in tempo prima che gli squali del passato non riescano ad aggirare l'ostacolo fallimento avvenuto. Il credito sportivo ha tutta la necessità e volontà di non perdere la patrimonialità e questo potrebbe diventare la chiave di volta. 

Profilo straniero o locale? Tifoso o non tifoso? Poco importa, l'accento dovrà essere la spregiudicatezza imprenditoriale di riportare il Catania nei luoghi di agio economico del calcio italiano. La Serie D ti da portafoglio di spesa, ma ti consente di lavorare sul nuovo brand, sulla passione degli abbonamenti e sugli introiti dei partners pronti a riscommettersi per i colori rossazzurri. Palermo ha fatto scuola in tal senso e Catania, più laboriosa e vanesia, non nulla di meno per non ripetere certi percorsi virtuosi attraverso la competenza di uomini giusti al posto giusto.

Altro aspetto l'azionariato popolare. Secondo rumors raccolti dalla redazione di Catanista ci sarebbe un movimento di uomini di legge, imprenditori ed ex calciatori del Catania e semplici tifosi pronti a mettere su la base di un azionariato popolare senza scopo di lucro ma pronto a vigilare sul corretto futuro del calcio a Catania. Trainando la volata del principe azzurro che si presenterà per acquistare il Catania, per far capire la città e l'importanza della squadra e per trovare già pronto quel 10% di quote societarie, che il Comune di Catania potrebbe inserire nel bando, affidate proprio all'azionariato popolare.