Top Player: il brutto ed il cattivo, in attesa del buono
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La vittoria di Taranto segna il ritorno alla vittoria in trasferta del Catania dopo più di due mesi, ma anche un ritorno che servirà per l'imminente futuro. Toscano ha recuperato due elementi di un trittico assente da settembre e che certamente è mancato nella zona di campo mediana, da sempre sinonimo di equilibrio. C'è il “cattivo”: quello che se ne frega di aver giocato la Champions sui prati da biliardo di Monaco, Madrid, e accetta di buon grado il fango sul completino bianco, in un terreno impresentabile che richiede ancora più lotta; Stefano Sturaro torna da titolare con il suo volto corrucciato e consegna volume, suggerimenti e movimenti intelligenti senza strafare. Importante la sua leadership fuori dal campo, ma serve anche dentro e si dovrà vedere.
Ma anche il cattivo ha bisogno di un “brutto”, un De Rose non appariscente ma intelligente nella corsa preventiva e nella giocata sporca che sa di pragmatismo. Bruttezza, appunto, ma necessaria. E si è visto quando in mezzo al campo Verna e Jimenez non hanno potuto metterla al servizio della squadra: volume e intensità, quella sempre voluta da Toscano nelle sue formazioni.
Sono valutazioni risaltate all'occhio da prendere un po' con le pinze perché appunto viste al cospetto di chi non ha società, non ha spalti utilizzabili al 100%, non ha punti in classifica a seguito delle penalizzazioni. L'efficienza andrà dimostrata contro avversari sul pezzo e cattivi agonisticamente, soprattutto al Massimino dove si fatica nella continuità di prestazione. Il tutto in attesa del “buono”, Francesco Di Tacchio, quando rientrerà nella migliore delle ipotesi a gennaio per dare anche più geometrie alla mediana rossazzurra. Saranno loro i primi acquisti del nuovo anno, quando saranno al massimo della forma? Bisogna prima passare dal Potenza e dal Sorrento, poi risposte.