"Entro mercoledì, se non al massimo mercoledì stesso, costituiremo la Società e faremo la nostra offerta. Noi andiamo avanti ma sapevamo che la situazione del Calcio Catania era drammaticamente evidente e piena di debiti, adesso lo ha certificato anche la Procura.
E’ una situazione all’ultimo respiro per la quale stiamo mettendo tutto il nostro impegno e le nostre forze. Da mercoledì in poi vedremo ciò che succederà".
Immagino che gli sviluppi delle ultime ore abbiano, almeno in parte, scompaginato i vostri piani. Una scelta rispetto ad un’altra, da parte del Tribunale, farà cambiare la vostra rotta?
"Mi piacerebbe tanto rispondere a questa domanda. Ma non sono certo io a poterlo fare: abbiamo chi di competenza che se ne sta già occupando. E’ chiaro che una cosa piuttosto ad un’altra, modifica tutto.
Io posso solamente dire che la situazione resta drammatica e che c’è pochissimo tempo. Però, vale sottolineare che avevamo deciso di perseguire una strada e l’impegno che abbiamo preso verrà rispettato".
Ed è un impegno che la cordata può sostenere?
"E’ un impegno economico folle. E rischioso. Però ci sono professionisti che hanno studiato tutto fino in fondo: eravamo consapevoli che la situazione fosse talmente drammatica che occorreva il tempo di capire come agire".
Un impegno economico decisamente importante che la cordata può, quindi, sostenere?
"Questa è una domanda che in tanti, legittimamente, si fanno. Ma come abbiamo sempre risposto, per fare determinati passi, occorre garantire almeno un minimo per potere eventualmente sederti per poter formulare qualunque richiesta. Da parte nostra, questi passi, li abbiamo fatti tutti. Se ci saranno le condizioni per poter formulare l’offerta e se verremo messi nelle condizioni di poterla formulare, beh, la faremo".
Che accade adesso?
"I nostri consulenti sono al lavoro. L’obiettivo principale è salvare tutto ciò che può essere salvato: se riusciremo a farlo noi, bene; se riusciranno a farlo altri con capacità superiori, benissimo. Noi stiamo facendo la nostra parte ed è bene sottolinearono. Nessuno di noi ha cercato chissà quale ritorno d’immagine. Qui stiamo cercando di salvare una Storia che io conosco molto bene per averla anche scritta e vissuta in minima parte.
E parlo col cuore, in questo momento.
E’ una Storia per la quale vale la pena fare sacrifici e impegnarsi".
Dal fronte Finaria, qualcuno di loro si è fatto vivo?
"Non ho sinceramente idea ma non credo. Non mi occupo di queste dinamiche, ma non mi risulta alcun tipo di contatto. E non mi risulta da tempo".
Quanti messaggi ha ricevuto in queste ultime ore?
"Mi chiedi una cosa che fotografa in pieno il momento che sto vivendo, anche da un punto di vista emotivo. Ho ricevuto centinaia di messaggi da parte di tifosi, appassionati e gente comune che ci chiede di fare il possibile. E non si può restare inermi dinanzi a queste richieste che vengono da chi sa cosa significhino questa maglia e questi colori. Bisogna fare qualcosa e speriamo che anche il cuore riesca a risolvere problemi che oggi sembrano insormontabili".
E' preoccupato del tempo risicassimo che rimane?
"Sì, è chiaro che sono preoccupato. Però bisogna far parlare i fatti. Ed i fatti dicono che ancora oggi, un lumicino di speranza c’è: per cui bisogna correre e bisogna anche fare le cose bene.
Andare oltre una certa tempistica, significherebbe decretare la fine del Calcio Catania".
Pellegrino a Live Sicilia: "bisogna correre e farlo bene. I nostri passi saranno..."
La redazione di Live Sicilia ha intervistato Maurizio Pellegrino per analizzare la posizione della Cordata dopo l'istanza della Procura e la possibilità della nomina di amministratori giudiziari in seno al Catania. Ecco le sue parole rilasciate al collega Anthony Di Stefano: