Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Avv. Nicolosi a Catanista: "al 99% una nuova proprietà. Nessun contatto oltre la Sigi e sulle proposte precedenti..."

Intervenuto nel corso della puntata odierna di Catanista il Talk e dopo l’uscita del bando, il legale di Finaria/Catania, l’avvocato Nicolosi, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni. ECCO IL BANDO - “Bisogna dare merito al Tribunale perché potevano sussistere alcune perplessità sulla praticabilità giuridica del bando e credo che il Tribunale le abbia in qualche modo superate nel tentativo di non bloccare una chance che si offriva alla città e alla tifoseria. Credo anche che poi particolare merito bisogna dare al sindaco che comunque in una domenica pomeriggio ha riunito le parti e ha cercato di trovare dei punti di incontro su una situazione che era obiettivamente difficile. Il bando è un bando pubblico, quindi consente, partendo da un’offerta irrevocabile che ha fatto una società che è SIGI, di ampliare la possibilità di intervento a chiunque abbia voglia di investire nel Calcio Catania che, attenzione, non è soltanto la squadra di calcio, anche se la squadra di calcio è ciò che è nel cuore dei cittadini, ma il Catania Calcio è anche Torre del Grifo, che è una struttura immobiliare tra le più belle che ci siano in Italia e che ha potenzialità economiche enormi. Quindi, quella dell’acquisizione del Calcio Catania è al tempo stesso un’operazione di cuore, perché è un’operazione che va alla città, ecc, ma è anche un’operazione immobiliare molto importante perché con una cifra tutto sommato modesta, comunque chi avrà voglia di investire potrà acquisire una struttura immobiliare che vale decine di milioni. I PRIMI CONTATTI CON IL COMITATO – “Io e il professore Sanfilippo siamo i legali che assistono Finaria che, come voi sapete, è la società che controlla quasi nella totalità il Calcio Catania. Noi abbiamo assunto l’incarico nel marzo del 2020, avevamo in quella fase delle proposte da quello che allora era un comitato, perché allora c’era un comitato non la SIGI, ed erano delle proposte che erano finalizzate a un aumento del capitale sociale di Calcio Catania con la cessione delle opzioni in favore dei vecchi soci. Noi abbiamo ritenuto che quest’operazione non fosse trasparente, non fosse quindi giuridicamente praticabile e che invece la via da percorrere fosse quella della vendita competitiva, cioè di una vendita che si svolgesse sotto l’egida del Tribunale, che fosse aperta al mercato, nella misura e con le modalità più ampie e trasparenti possibili. Quindi: per ciò che ci riguarda Catania Calcio è in vendita dal marzo 2020 con queste modalità Le trattative-consigli non sono state facili, perché ovviamente noi abbiamo l’interesse di chi vende, e quindi di massimizzare il risultato della vendita, SIGI ovviamente aveva legittimamente l’interesse opposto, quello di minimizzare. Alla fine si è trovato un punto di incontro e devo dire che il maggiore sforzo lo ha fatto Finaria perché tutta una serie di clausole che poi sono state chieste all’ultimo minuto avrebbero legittimamente fare cadere, perché il bando chiaramente lo dobbiamo chiedere noi, cioè non può essere un’iniziativa che viene dall’esterno. Avremmo avuto più di un motivo per dire “in queste condizioni non è possibile vendere”. Abbiamo ritenuto però di dovere in questo caso non fare soltanto una valutazione economica, ma anche quella che voi chiamate una valutazione di cuore. Vi è un interesse comunque della città che non può essere confinato entro parametri e perimetri strettamente economici e di questo Finaria si è fatto carico.” QUANTO VALE IL CATANIA? – “Allora, considerate che nel bilancio di Finaria, che è un bilancio che noi presentiamo al Tribunale, il Calcio Catania sapete quanto è valutato? Zero. Su quelle perplessità che potevano ragionevolmente sussistere sull’entità economica di SIGI e su alcune clausole, lo dico a loro merito, il Tribunale credo abbia tenuto conto di un atteggiamento positivo e direi quasi conciliante sul bando. Adesso abbiamo il bando: Finaria ha due obiettivi ora. Uno è quello di aprire al massimo la procedura competitiva: non possiamo stare lì a chiedere a qualcuno se voglia partecipare, ma quello che deve essere chiaro e che se sommiamo l’effetto di Torre del Grifo più Calcio Catania, quello che si propone al mondo imprenditoriale è un ottimo affare. Se scindessimo Calcio Catania da Torre del Grifo, e quindi avessimo voluto perseguire la prospettiva fallimentare, probabilmente il curatore fallimentare si sarebbe trovato con un patrimonio di gran lunga importante, considerando che la valutazione potenziale di Torre del Grifo è sui 30 milioni.” LA PRIMA PROPOSTA DEL COMITATO - “Se abbiamo mai pensato di dividere Torre del Grifo da Calcio Catania? La prima proposta del comitato, che era una proposta che io avevo molto apprezzato, era proprio questa: un prezzo per Calcio Catania e un’ipotesi di affitto per Torre del Grifo. Poi la costituzione di SIGI ha in qualche modo cambiato le carte in tavola e quindi ci siamo trovati di fronte ad un’alternativa seria: o fare fallire Calcio Catania e ripartire dalla D, e sostanzialmente il percorso è quello del Palermo, e tenerci Torre del Grifo che ripeto a buttarlo a terra in questo momento vale 30 milioni di euro, oppure farci carico di quella che era un’esigenza espressa dalla città e dalla tifoseria di un dolore del quale non volevamo farci carico, ovvero far ripartire la squadra dalla D e tentare nuovamente di venderla a prezzi assolutamente fallimentari.” SITUAZIONE STIPENDI – “Proprio nella logica di salvaguardare quanto è possibile la matricola, Calcio Catania con risorse sue sta chiedendo e chiederà al Tribunale, perché c’è tutto un percorso da fare, l’autorizzazione per pagare gli stipendi, sia quelli maturati ante-concordato, gennaio e febbraio, e poi c’è un problema di praticabilità giuridica perché in questo momento forse ci sarebbe la possibilità economica di pagare gli stipendi successivi. Questo al fine di evitare che la Covisoc, perché non abbiamo solo il problema del Tribunale ma avere i requisiti per l’iscrizione, possa vanificare il nostro lavoro e le nostre aspettative e non consentire comunque l’iscrizione al campionato.” ALTRI ACQUIRENTI? – “Io non ho contatti con altri potenziali acquirenti. Le voci di corridoio si susseguono: mi auguro che vengano imprenditori importanti a cercare il Calcio Catania e a cercare Torre del Grifo, ma in questo momento l’unica proposta d’acquisto che abbiamo sul tavolo è quella di SIGI. Quindi la procedura competitiva si apre a partire da SIGI: se poi arriverà qualcun altro come Finaria me lo auguro, come cittadino catanese mi auguro che possa venire qualcuno che abbia più risorse di quelle che ha mostrato di avere SIGI.” NUOVA PROPRIETA’ DAL 23 LUGLIO? – “Ritengo che dal 23 luglio, poi ci sono cinque giorni per fare il contratto, il Catania al 99% avrà una nuova proprietà. Se la matricola è salva? Finaria ha fatto il possibile e l’impossibile. Cosa potrebbe succedere? Succede che finché Calcio Catania è in concordato, colui che risulterà essere aggiudicatario dovrà affrontare due step: il primo step è quello in cui deve pagare a Finaria il prezzo offerto. E naturalmente anche qui, allo stato non abbiamo alcuna certezza, perché l’economia è la scienza delle risorse scarse e sostanzialmente non abbiamo evidenza che anche l’offerente abbia la somma necessaria per pagarle. Ma il secondo step è ancora più impegnativo, perché a quel punto Finaria esce di scena e l’aggiudicatario, chiunque sia, deve andare dal Tribunale a spiegare quale sia il suo piano industriale. E se il piano industriale non dovesse essere un piano credibile… Finaria ha fatto il possibile, ma a quel punto…” MA NON E’ STATO CHIESTO IL PIANO INDUSTRALE A SIGI? – “Sì, ma noi ovviamente ci auguriamo che sia migliorabile perché se il piano industriale di SIGI è quello che abbiamo visto noi, potrebbe avere qualche perplessità. Il punto è uno: Calcio Catania è un ottimo affare, non per Calcio Catania, ma per Torre del Grifo, ma occorre l’emissione di risorse fresche. Quindi occorre che l’acquirente abbia capacità di poter immettere qualche paio di milioni in questa struttura, altrimenti non si va da nessuna parte. Il problema di vender la quota è il primo step: ma è il più facile. Il problema più complicato viene il giorno dopo: se il piano industriale non convince la società non torna a Finaria. Finaria esce di scena nel momento in cui incasserà il milione e tre che è previsto. Da quel momento in poi il problema è di chi verrà dopo.”