Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

24 giugno: un anno dopo, ricordi e retroscena del bando

Il tempo passa ed è già trascorso un anno dall'assegnazione del Catania a Rosario Pelligra, in quei giorni di euforia e rinascita durante i quali l'imprenditore australiano riuscì ad avere la meglio sui concorrenti e sul le loro campagne mediatiche. Il silenzio di Pelligra, infatti, fece da contraltare ai nomi sbandierati dai competitors, come quelli proposti da Maestri con Gaetano Auteri allenatore e Davide Baiocco come Responsabile del Settore Giovanile (non sponsorizzato ci fu però anche il contatto con Laneri); o Giovannone che parlava di Borbone, Fabiani e Lodi. Nessun proclama ma semplicemente la concretezza di un business plan ricco di idee e prospettive, partendo dallo stadio nuovo per arrivare al centro sportivo, requisito qualificante di ogni singolo progetto. Alla fine il presente sta facendo capire che non si punterà, come ipotizzato ai tempi, su Torre del Grifo, ma il progetto di una nuova casa rossazzurra rimane ambizioso e indispensabile per pensare di costruire un Catania autosostenibile sopratutto dalla serie cadetta in su.

Di quei giorni intensi non possiamo dimenticare anche ciò che non fu del tutto detto e scritto. Il vento politico soffiava sulle ceneri rossazzurre, generato da diversi orientamenti in prima linea positivamente nel tentativo di smuovere le acque, ma alla ricerca anche di consenso. Se il gruppo Pelligra oggi è accostato, per un motivo o per un altro ad esponenti di destra che non perdono occasione per legarsi ad esso, nei primi giorni del giugno dello scorso anno era la sinistra con il Senatore Enzo Bianco a cercare piste importanti. Alla fine non si concretizzarono in altro se non in un contatto con Helbiz che poi abdicò verso Ilari, vista la visita infruttuosa di Mammì. Una scelta figlia del non voler perdere contro un colosso come Pelligra e dalla consapevolezza che l'imprenditore australiano era un avversario troppo forte.

Una potenza, quella di Pelligra, espressa in pochissimo tempo, visto che il famoso business plan (mattone degno dell'Enciclopedia Zanichelli che però nessuno oltre l'amministrazione ha avuto il privilegio di poter leggere) è stato prodotto in meno di venti giorni. Il primo contatto per provare a presentarsi al bando fu effettuato dall'Avvocato Motta insieme a Dante Scibilia che, dopo essere stati incaricati da Pelligra, Grella e Bresciano, chiamarono l'Assessore Parisi. Da lì in poi la lucida frenesia per progettare il nuovo Catania, fino alla consacrazione del 24 giugno. Un anno dopo la scelta sembra ancora quella giusta (ovviamente non potremo avere la controprova sui competitors), anche se dalla prossima stagione si dovranno porre le basi concrete per vedere spiccare il volo al progetto sul centro sportivo e sullo stadio. Per il campo, invece, le premesse sono ottime ma sappiamo quanto sia imponderabile l'esito di un campionato per via degli eventi e dei fattori che devono concatenarsi per gioire più degli altri. Magari però di questo ne riparleremo il prossimo 24 giugno.