Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: un'oasi... nel deserto

Scritto da Stefano Auteri  | 

Nel deserto arido c'è un'oasi rossazzurra piena di palme e acqua fresca con cui appagare una tifoseria assetata di emozioni positive. Ieri incredibilmente, magnificamente e magistralmente i ragazzi di Baldini hanno dato ai supporter del Catania tutto ciò che non era arrivato nella giornata precedente dagli imprenditori interessati all'acquisto del club, offrendo sforzo, sacrificio, perseveranza, attaccamento e voglia di fare proseguire un sogno. Loro lo hanno fatto… altri no.

Troppo forte è l'attaccamento ad una realtà che in pochi mesi per alcuni, in qualche anno per altri, è entrata nel cuore dei giocatori che simbioticamente ormai vivono ansie, speranze e paure di un'intera città. Quelle paure espresse da Baldini che soffoca la sua rabbia e voglia di protestare solo per rispetto dei suoi ragazzi; quelle preoccupazioni che potrebbero frenare i più maturi con gli ultimi anni di carriera e famiglie che crescono; o quei timori dei giovani che potrebbero pensare al tempo che potrebbe essere sottratto alla loro maturazione.

Ogni paura, però è stata scacciata dalla forza mentale di questo gruppo che davvero sta superando qualunque ostacolo. E l'affrontare questa stagione così difficile, in realtà, è il miglior processo di crescita possibile, ma non solo come sportivi… come uomini. Inutile e limitativo parlare dei singoli, l'emblema del Catania paradossalmente forse è Ercolani che nella foto è il primo a esaltarsi ed esaltare pur non vedendo più il campo dalla sfida col Bari. Tante volte, a vanvera spesso, si è parlato di gruppo unito e di unione di intenti. Stavolta è certo: questo gruppo è cemento allo stato puro, peccato che nessuno voglia sfruttarlo per costruire un futuro.

Adesso bisogna attendere di capire domani cosa comunicherà il Tribunale, se ci saranno margini per andare avanti, oppure no. Tutto appeso a un filo così teso che non servono parole perché ogni frase, ogni progetto sbandierato, oggi, è un coltello che gira nel costato di ogni tifoso. Basta parlare, rispettiamo il silenzio e attendiamo la decisione del Tribunale.