Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Sostenibilità e Sostegno: stessa radice, due concetti che devono andare di pari passo

Scritto da Stefano Auteri  | 

Fino a qualche mese fa la parola più sentita ai piedi del Liotro era “valutazioni”; qualche settimana fa invece riecheggiava il termine “progetto”; oggi è il momento di “sostenibilità”. “Vogliamo un Catania che sia sostenibile” è questa la frase proferita dal Vicepresidente, Vincenzo Grella, che è entrata nel vocabolario comune di tifosi ormai esperti di conti e di diritto tributario, ma ancora dotati di una dose di curiosità che li porta a chiedersi: “cosa si intende per club sostenibile?” ed ancora “si può creare un club sostenibile in un campionato come la Serie C”? Domande lecite e frutto di un'esperienza tribolata nella terza serie che vanno a confrontarsi, in fin dei conti, con un paradigma in cui la progettualità ritorna ad essere protagonista.

Un club è sostenibile se i costi sono alla portata di colui che deve affrontarli, per definizione la sostenibilità è “la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto a un certo livello indefinitamente”. La base del concetto proposto da Grella, dunque, probabilmente riguarda la creazione delle basi di quello stato (situazione gestionale del club) che possa essere mantenuto prendendo come riferimento l'investimento medio che si vuole compiere per affrontare la categoria di riferimento secondo i propri obiettivi. Oggi è quasi impossibile credere che il ragionamento di Grella fosse orientato all' “auto sostenibilità” che è un concetto diverso, sicuramente stuzzicante, ma probabilmente impossibile al secondo anno di gestione di un club e perdipiù in un campionato definito letteralmente ‘a perdere’. 

Non si commetta dunque l'errore di pensare che sostenibile voglia dire oggi auto sostenibile, come non si pensi che sia una perifrasi per dire “non metteremo mani al portafoglio”. Sostenibile vuol dire probabilmente ‘con criterio’, lo stesso criterio che deve portare ad un'altra parola che oggi deve essere di moda e che ha la stessa radice di quella pronunciata dal dirigente etneo: “sostegno”. La tifoseria rossazzurra, vista la situazione attuale e l'annata appena trascorsa, non può che “sostenere” chi con coraggio e voglia ha preso il Catania da zero e ora vuole garantirgli un futuro non fatto magari di un'annata di spese folli e un biennio di vacche magre. Quando si intraprende la strada del “progetto” (che sia esso di natura tecnica, di natura economica, ecc…) è necessario essere dotati di coraggio e riuscire ad avere il sostegno della tifoseria, perchè è possibile che si debbano anche interpretare con lucidità e razionalità alcune situazioni apparentemente inattese. 

E' vero il progetto di Pelligra si è posto come ambizioso con uno stadio da 50 mila spettatori, un nuovo centro sportivo, la voglia di primeggiare sia in D che in C, l'affidarsi lo scorso anno ad un tecnico vincente puntando su giocatori di categoria superiore, un festeggiamento degno della massima serie; ma quello che si sta vivendo oggi non deve essere inteso come un passo indietro. E' più che altro una nuova visione. Se poi dovesse materializzarsi realmente un profilo contrastante rispetto al club ambizioso saremo i primi a sottolinearlo. Oggi non è il caso di preoccuparsi, bensì è il momento di osservare con fiducia, con un approccio curioso più che scettico, magari chiedendo delucidazioni ma non alzando polveroni.