Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Infortuni: tanti, troppi ma non può essere un alibi...

La fisionomia del Catania di Raffaele non ha ancora contorni dettagliati, sembra più una tela su cui qualche schizzo è stato accennato, salvo poi interrompere il lavoro per diversi motivi. Questa squadra è lontana dalle caratteristiche che hanno contraddistinto le compagini del tecnico siciliano (che comunque spesso hanno dimostrato il lato più bello sempre nel girone di ritorno) e se da una parte la responsabilità è inevitabilmente dell'allenatore, dall'altra parte c'è un fattore che non può essere un alibi, ma che ritorna a contraddistinguere il cammino dei rossazzurri: gli infortuni. Ora lasciamo stare paragoni infelici come quello con l'ultima stagione di massima serie, ma è davvero difficile mantenere la lucidità dopo aver calcolato il numero di infortunati da inizio stagione ad oggi: ben 11, con un solo stop dovuto al Covid. Un numero altissimo in neanche due mesi di campionato, e soprattutto ancor più evidente se si considera la lunghezza dello stop di molti elementi che determina l'impossibilità di allenarsi bene e con il resto della squadra. 10 di 11 sfortunati si sono fermati per almeno due settimane, considerando anche i lungodegenti come Santurro e Piccolo che praticamente non si sono quasi mai visti. Ad aggravare la situazione c'è il dato dei giocatori ad oggi indisponibili: 8 (Tonucci, Piccolo, Pellegrini, Santurro, Dall'Oglio, Gatto, Vicente, Rosaia?) dato che deve essere considerato insieme a quello relativo ai giocatori non al cento per cento. Eh sì perchè non ci sono solamente quelli su cui non poter contare, ma anche quelli che, se mandati in campo non rendono come potrebbero, vedi per esempio Pinto, Claiton e Sarao. Un lazzaretto bello e buono che però non può essere solamente legato alla sfortuna e soprattutto non può rappresentare una scusante nel confronto con squadre che hanno 8, 10 o addirittura 16 giocatori fermi a causa del Covid. Troppi sicuramente gli infortuni di natura muscolare, e se è vero che per alcuni l'inattività dallo scorso marzo è stata deleteria, è vero anche che si è puntato su alcuni elementi reduci da problemini pregressi che hanno aumentato le percentuali di rischio di ricadute. Ripetiamo, la cronaca della situazione dell'infermeria non può e non deve essere una scusante, altrimenti si svilupperebbe l'embrione di una mentalità sbagliata, ma un'analisi deve essere fatta, mettendo sul piatto della bilancia la sfortuna, la responsabilità su alcuni infortuni e le difficoltà per il tecnico che comunque ancora non ha trovato una soluzione per superare queste avversità. Rosaia potrebbe tornare in gruppo già in vista del prossimo turno, ma per gli altri 7 i tempi rischiano di essere lunghi. Serve un antidoto all'assurdità della stagione, e serve presto perchè altrimenti l'alone di negatività diventerà sempre più grande e rischierà per l'ennesimo anno di inglobare tutto.