Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: Tre punti...

Tenere i tre punti, e il terzo posto. È un imperativo, non è una richiesta. Nasce dal profondo, dal senso di renovatio che solo il periodo pasquale può in qualche modo consegnare. Nasce dal bisogno di proiettarsi oltre e riflettere, al di là persino di una partita, l’ennesima per il Catania, fin troppo brutta. Bisognerà pur trovare un senso a questo lungo ed estenuante cammino propedeutico ai Playoff, specialmente oggi, nella giornata che forse più tra tutte segna e marca il confine tra le parole dei “se” legate al passato, e la realtà, triste, di un nuovo campionato vinto e festeggiato “dagli altri”. Il Catania doveva dare una risposta, ed è ormai evidente che questa non possa per ora arrivare dal gioco. Dall’atteggiamento però sì, ed è questa la nota dolente e stonata di un tardo pomeriggio che comunque consegnerà alla storia e agli almanacchi una vittoria importante del Catania sulla Sicula Leonzio. Importante per il terzo posto, riacciuffato (avendo oltretutto annullato il vantaggio dei tre punti certi del Catanzaro contro il Matera) e da mantenere, e importante per il valore simbolico che questa sfida ha assunto nelle ultime due stagioni. Ma al di là di questo, non molto. C’è che Novellino ha risposto alle domande su Marotta e i giovani, spedendo in campo il primo e i secondi, c’è il ritorno fondamentale di Marco Biagianti e la prova della difesa, “emblematizzata” dalla prestazione di Andrea Esposito, la sua migliore in maglia rossazzurra. Ma per il resto, poco: il centrocampo fatica a creare, in avanti poche idee, se non si considerano le invenzioni di Sarno. “C’è ancora molto da migliorare”, spiega Novellino in conferenza. È vero, ma da qualche parte bisognerà iniziare: e questi tre punti, e questo terzo posto, in qualche modo aiutano.