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Top Player, Alessandro Quaini: solidità difensiva e prima giocata

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

E’ vero, eleggere come migliore in campo un difensore centrale in una partita che si è persa in casa può sembrare strano. Però in effetti strana lo è stata tutta la partita: dal risultato che castiga senza pietà una squadra che obbiettivamente, nel complesso dei 90’, non meritava di perdere, alla difficoltà nello spiegare com’è che sta palla in porta non ci vuole proprio entrare. Eppure tra le mille analisi sul momento post Catania-Foggia, ne va fatta una su un Alessandro Quaini che da centrale ha offerto un’altra convincente prestazione. Anzi, doppia prestazione.

La prima è quella del naturale difensore centrale, fatta di anticipi, uno contro uno mai perso o che l’ha visto affannarsi nei duelli con Tonin e compagni. Anche nelle scivolate, sempre puntuale e deciso anche grazie alla presenza di un Curado che fino alla topica in collaborazione con Bethers male non aveva fatto.

La prestazione dell’ex Fiorenzuola voluto fortemente da Tabbiani spicca ancor di più nella fase di possesso: su 70 palloni giocati, 23 sono stati verticalizzati a testa alta, 7 sfruttati con lanci lunghi sugli esterni e soltanto uno è stato perso, consegnato agli avversari. Insomma il lavoro per cui è stato preso in rosa, l’abbinamento tra difesa solida e inizializzazione delle sortite offensive con un cervello nella retroguardia. Nella partita di ieri è venuto fuori ancor di più questo aspetto, anche a causa di un Ladinetti sempre marcato da Peralta e spesso più impegnato quando il pallone lo avevano gli ospiti. Senza dimenticare che il numero 16 potrebbe tornare utile anche proprio davanti alla difesa. Un punto fermo nel Catania che Tabbiani vuole, in attesa che si trovi la quadra anche negli ultimi 20 metri di campo.