Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Scadenze, impegni, interlocuzioni e Tacopina. Le prospettive e i punti interrogativi...

Dopo un anno il Catania si trova nuovamente a pensare con inquietudine al suo futuro e la Catania sportiva è passata in poche settimane dall'illusione americana alla cruda realtà di un appello per poter rimanere ni vita. Cosa sia successo in questi mesi lo abbiamo solo intuito perchè la pura verità non la sapremo mai, ma certamente ciò che interessa adesso è capire quali sono le tempistiche, gli esborsi ed i possibili protagonisti della nuova salvezza del club. Partiamo dall'aspetto tecnico. Tra quattro giorni, il 17 maggio, verranno discussi parametri Covisoc necessari per l’iscrizione della squadra al prossimo campionato di Serie C, un passaggio che non può passare inosservato visto che si lega a doppio nodo con la riduzione dei debiti e che determinerà l'esatto esborso per poter far parte del prossimo campionato. Ad oggi, come affermato dal presidente della Sigi, l'avv. Ferraù, saranno necessari 4 milioni da fino a metà giugno, ma la cifra potrebbe aumentare notevolmente in funzione proprio dell'iscrizione e della mancata omologa, in tempi stretti, del tribunale. Un fardello importante il cui peso non può essere attribuito solo ed esclusivamente alla ritrosia di Tacopina nel prolungare il contratto di gennaio, decisione che, per quanto inaspettata, doveva e poteva essere presa in considerazione. La riluttanza dell'avvocato americano ad accettare la proposta di Sigi di entrare nel Catania con il 51% versando immediatamente nelle casse del club 3 milioni (ma senza condizioni aggiuntive) è stata palesata, e nonostante qualcuno speri che la riflessione sull'affare non sia proprio del tutto tramontata, oggi non si può fare affidamento esclusivamente sul vento proveniente oltre oceano visto il rifiuto dell'ultima offerta. Soluzioni? La prima, anche se non bastevole è quella di una ricapitalizzazione, ma anche in questo caso bisogna interpretare le parole di Nicolosi che fino a venerdì nell'intervista rilasciata ad Antenna uno notizie spronava sarcasticamente i colleghi soci a fare la propria parte "non stando nella speranza nei soliti due, perché non si può pensare di acquistare e gestire una società calcistica come il Calcio Catania con qualche decina di migliaia di euro", mentre oggi sulle pagine de La Sicilia parla di compattezza e di tutti i componenti Sigi vogliosi di fare la propria parte. In pochi giorni è cambiato tutto? Sia la posizione di Nicolosi che di tutti i soci che lui stesso aveva descritto come non sempre propensi a mettere mano al portafoglio? Vedremo... Di certo anche un eventuale sforzo in massa dell'attuale proprietà, in ogni caso, rischia di risultare insufficiente, ed ecco allora entrare in ballo l'interlocuzione con investitori esterni. Oggi, sempre Nicolosi a La Sicilia ha parlato di un incontro avvenuto ieri con dei rappresentanti di alcuni gruppi stranieri che starebbe valutando la possibilità di un ingresso in società (nell'intervista di parla di ingresso in società e non di acquisto del club), ma il dubbio sulle tempistiche e sulla possibilità concreta di arruolare nuovi investitori permane. In conferenza l'avv. Ferraù ha prefissato la scadenza del 25-30 maggio per tutte le consultazioni con imprenditori interessati, due settimane piene in cui si chiede una riflessione rapida agli interessati ed un impegno forte anche da parte delle istituzioni che ancora devono dare una risposta definitiva per quanto riguarda la riduzione del debito. Insomma la situazione è davvero complicata e se la speranza non deve abbandonare i tifosi rossazzurri, la paura è lo spauracchio con cui convivere