Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: "Sarao quel che Sarao..."

"Vi vogliamo così!", avrebbero cantato i tifosi rossazzurri, se solo fossero stati presenti. In assenza giustificata dal periodo assurdo che stiamo vivendo, proviamo almeno ad immaginarli, questi cori: perché il Catania li meriterebbe tutti. Raffaele non è diventato Guardiola e la sua squadra non si è trasformata nella copia del Barcellona che ha rivoluzionato il calcio moderno: sia il Catania che il suo allenatore sono rimasti uguali a prima, semmai con un atteggiamento diverso. E' semplicemente cambiato il momento, come sempre d'altra parte nel calcio: c'è da esserne felici, ma anche da analizzare la questione trascendendo dalla singola partita. Un 3-0 è sempre un 3-0 e del resto non si può dire nulla a nessuno dei rossazzurri scesi in campo: ci si chiedeva se, all'inizio dell'ultimo mese di campionato prima della sosta di fine anno, la formazione di Raffaele avrebbe raccolto abbastanza punti (e quanti) per presentarsi a gennaio in chissà quale posizione "al meglio delle proprie possibilità". Potremmo dire senza alcun timore di smentita che come inizio, 2 vittorie contro Avellino e Bisceglie, "non c'è male": se poi, con ritrovato ottimismo, si riesce a guardare propositivamente a domenica e alla sfida contro la Cavese, ancor meglio. Ma "Sarao quel che Sarao", viene facile dire dopo la sfida di Lentini con il Bisceglie. "Ah, eccote qua: SIGI, c'è Joe": lo immaginiamo già il prossimo incontro. "Guarda che t'ho fatto a sto negozio, te l'ho rifornito di tutta la roba": Mario Brega ha fatto scuola, tra olive greche e prosciutto. Il discorso calza: se l'affare Tacopina dovesse andare in porto, la SIGI lascerà il Catania avendolo salvato dal baratro, rinegoziato diversi debiti, messo a posto i conti e nelle zone alte della classifica. Per uno strano disegno del destino sembra che i "ritardi" (che ritardi non sono) nella chiusura della trattativa siano stati propedeutici al completamento di un puzzle che, adesso, si presenta sorridente. "Prendiamo oggi quel che dà, e quel che avanza per domani basterà": in mezzo tra Tiziana Rivale e i Ricchi e Poveri, non sappiamo quel che sarà del futuro. Il Catania è scampato a un fallimento, il campo restituisce i risultati e ci troviamo dinanzi ad un ingresso societario che in prospettiva potrebbe segnare un cambio epocale. E Sarao ha ripreso a segnare: pensate che momento è, questo, per tifare Catania. Per il resto, come detto, "Sarao quel che Sarao".