Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

"L'impero alla fine della decadenza": fate presto

Tra il 26 e il 29 maggio del 2004 Catania era una città diversa: il ponte del Tondo Gioeni facilitava ancora lo scorrimento veloce delle auto in circonvallazione e quanto avvenne dal punto di vista calcistico appena due anni dopo era solo un progetto chiuso in un cassetto. Pensate come può essere definito il nostro presente sedici anni fa: "impensabile". Fatto sta che qui siamo ben oltre il crollo: ci troviamo di fronte all' "impero alla fine della decadenza" (per dirla alla Verlaine). Quello di Antonino Pulvirenti. Giacca, cravatta: capelli tirati indietro, ordine e faccia pulita. Quando la famiglia Gaucci cede il pacchetto azionario del Calcio Catania, la cosa più importante a Sud dell'Etna insieme a Sant'Agata, all'allora presidente dell'Acireale, Finaria (nonché Meridi) esisteva già, così come Wind Jet, e il mondo era talmente distante dal nostro che lo stesso Pulvirenti portava con sè la definizione perfetta del "nuovo che avanza", giovane e di speranze concrete. Ora: la storia la conoscete bene. Citare alcuni tra i punti più alti della vita imprenditoriale di Pulvirenti, come l'assegnazione del premio "Capital" come "imprenditore dell'anno 2006 per la Sicilia" o la consacrazione di Wind Jet a prima compagnia low cost italiana nel 2009, non fa altro che presentare con maggior forza una domanda: come ha fatto? Ma no, non a costruire l'impero: come ha fatto a dissolverlo? Come ha fatto ad andare ben oltre la decadenza, stato in cui si trova adesso? Dal punto di vista sportivo, d'altro canto, l'esperienza di Pulvirenti nel mondo del calcio si può considerare chiusa nel 2015 visto che, credendo nei valori dello sport, la sola volontà di prenotare certi "treni" (confermata dalle intercettazioni) basta ad escluderlo di diritto dal mondo calcistico: chi fa o prova a fare quelle cose lì con il calcio non ha e non deve avere più niente a che fare. Ora e sempre. Il problema è che comunque è rimasto proprietario del club. Nel 2016 il destino era già noto a tutti: "Da Re Mida a illusionista", scrivevamo, chiedendoci "Adesso come pensare di ricostruire il Catania, le sue sorti, la sua credibilità, la sua stabilità economica quando la sensazione è che tutto ciò che ruota intorno a Pulvirenti stia crollando?". Non lo ha fatto: anzi, la situazione è addirittura peggiorata. Negli ultimi quattro anni l'operazione Icaro, il caso Meridi con le indagini ancora in corso e una relazione pesantissima, la cessione degli hotel e chiaramente Finaria in liquidazione. Il Catania? In vendita da cinque anni, di fronte al baratro: si è presentato in giacca, caravatta e capelli ordinati. Le ultime immagini pubbliche consegnano il quadro di un uomo stanco, faccia della medaglia opposta rispetto a quella presentata prima: sì, è proprio così. Quello di Pulvirenti è "l'impero alla fine della decadenza": e per il Catania, che è ciò di cui ci occupiamo, da tempo non c'è più tempo, scusando la ripetizione. Fate presto. Liberatelo. Salvatelo.