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Editoriale - Baldini, squadra, dirigenza: "chapeau"

Spesso la nostra classe giornalistica è costretta, in qualche sporadico caso in maniera compiaciuta, ad analizzare in maniera oltremodo critica una partita, cercando il pelo nell'uovo per sottolineare ciò che si deve cambiare dopo una sconfitta o ciò che si deve migliorare dopo una vittoria poco convincente, sostenendo che la perfezione non è di questo pianeta. Ieri, invece, il Catania ha zittito tutti, lasciando a bocca asciutta anche i critici integralisti e dimostrando che se la perfezione non è di questo pianeta, beh allora la formazione rossazzurra ha giocato da extraterreste. A volte non servono parole o analisi sfrenate, basta uno "chapeau" per quello che si è visto in campo, per l'intensità con cui Welbeck e compagni hanno duellato su ogni pallone, per il coraggio ancora una volta evidenziato in fase offensiva, ed in fine tanto di cappello ad un tecnico che, tra lo scetticismo generale, è riuscito con intelligenza e passione a rivoltare completamente una squadra depressa. Baldini ieri è stato il vero artefice della vittoria, perchè il Catania, adesso, è chiaramente il "suo" Catania fatto di sfrontatezza e pressione alta, ma soprattutto deciso a combattere le avversità provenienti dall'infermeria che ancora una volta hanno contraddistinto il cammino rossazzurro. Senza Sarao, Di Piazza, Russotto e praticamente Piccolo e Volpe, il tecnico toscano si è rimboccato le maniche, puntando non sulla soluzione più logica, cioè Reginaldo punta con Manneh e golfo sugli esterni, ma sfruttando Dall'Oglio in versione "falso nueve" pronto a pizzicare l'uscita avversaria e con Reginaldo ancora letale partendo dall'esterno. Zero punti di riferimento e Casertana totalmente in balia del movimento armonico degli avanti etnei, sostenuti da Pinto e Calapai in versione "attaccanti aggiunti", e con un Maldonado preciso e produttore di gioco. Altro aspetto di fondamentale importanze dal punto di vista tattico. Baldini ha un'arma che pochi hanno e sfruttano così bene in Serie C: cambi di fronte costanti e precisi atti a ribaltare il fronte della manovra per cogliere di sorpresa la retroguardia avversaria. Insomma tatticamente e tecnicamente, quella contro la Casertana probabilmente è stata la miglior partita disputata quest'anno dal Catania che adesso si avvia verso l'ultimo atto della regular season. La fiducia ritrovata (che in realtà non se ne era mai andata, nonostante la sconfitta di Catanzaro) adesso proietta Silvestri e compagni verso Foggia e poi chissà. Di certo, punti alla mano, il Catania ad oggi ha compiuto lo stesso cammino del Bari, squadra che era stata costruita per ammazzare il campionato e che invece sembra essere in piena crisi. Sessanta punti sul campo, in attesa del ricorso del 5 maggio, e tanto rammarico per un periodo di sbandamento, ma forse doveva andare così, per fare in modo che lo tsunami Baldini potesse abbattersi perfettamente sul gruppo. Infine meriti anche alla dirigenza, perchè se è vero che alla fine paga sempre l'allenatore, è anche vero che la scelta di cambiare la guida tecnica, comunque, ha prodotto risultati oltremodo positivi, così come la volontà di passare al 4-3-3. Calma e sangue freddo, ma Catania può godere di una prestazione sublime e di una squadra decisamente viva.