Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: passo dopo passo

Vittoria, passaggio del turno e tante conferme

Scritto da Stefano Auteri  | 

Sarà pure la Coppa Italia di Serie C, ossia una delle competizioni meno interessanti al pari della Coppa Intertoto, ma Catania-Messina ha sempre un sapore particolare che rimanda alle incornate di Manca, alla forza di Torino, ai capelli indomabili di Ambrosi e alla classe di Buonocore, e allora ecco spiegato perchè 9759 spettatori hanno deciso di vivere un'altra sera speciale al Massimino, assistendo ad un ulteriore, altrettanto speciale, passo avanti del Catania. La gara decisa da Bocic e Sarao non è da considerare marginale rispetto al processo di crescita del gruppo perchè Marsura e compagni hanno dimostrato continuità contro una squadra ben messa in campo; hanno fatto emergere gli stessi principi di aggressione e verticalità visti con la Casertana e hanno trovato ancora una volta la via della rete, rendendo sempre meno necessario l'aiuto del ‘navigatore’ Tabbiani. 

C'è anche un aspetto negativo, però, emerso nella serata di Coppa e su cui il tecnico etneo vorrà di certo lavorare: la concentrazione calante nel finale di gara. Nell'ultimo quarto d'ora i rossazzurri hanno rischiato qualcosa di troppo, paradossalmente quando in campo c'erano i “titolari” ed il punteggio era ben saldo con il doppio vantaggio. Un calo di concentrazione che non è stato pagato caro, ma che non è ammissibile pensando al rischio di perdere punti ed occasioni importanti nel corso del campionato. Per carità, è tutto fisiologico e comprensibile, ma vista l'attenzione ai dettagli mostrata fino ad ora dallo staff tecnico, certamente questo aspetto verrà rilevato e analizzato in vista dei prossimi impegni.

Ecco pensando ai prossimi impegni viene in mente l'ingenuità commessa da Bocic a Caserta, e non tanto per puntare nuovamente il dito contro un giovane che ha commesso un errore, quanto perchè questo giocatore ha davvero colpi molto interessanti. Oltre al gol, nella gara con il Messina il serbo ha dato vita a strappi, dribbling, recuperi difensivi e contrasti col coltello fra i denti, manifestando probabilmente la voglia di farsi perdonare per l'espulsione, ma anche doti caratteriali e tecniche non indifferenti. Dunque peccato che non possa essere della truppa di Tabbiani nelle prossime due gare, anche se in compenso si è visto un Marsura più pimpante e bravo a creare i presupposti per fare male. Poi per adesso per il 77 meglio passarla che cercare la conclusione personale, perchè non gira, nè la palla, nè la sorte. Per concludere i personalismi, una menzione va spesa in favore di Deli che ha aggredito causando il voltastomaco a Franco, ma ha anche saputo impreziosire il giro palla etneo con classe e fantasia, e per Maffei, chiamato alla prima da titolare districandosi senza troppi patemi.

Insomma un altro mattoncino è stato posizionato nel muro della fiducia e consapevolezza che il gruppo di Tabbiani aveva già iniziato a costruire con cura, nonostante qualcuno avesse intravisto crepe preoccupanti. Adesso sarà ancora la continuità di prestazione l'aspetto più importante delle prossime due sfide, con punti pesanti comunque da poter mettere in cascina perchè il campionato ti sta aspettando, Avellino e Crotone sono in netta difficoltà, ed il Benevento è ancora da saggiare. Tutto da vivere e da scoprire passo per passo, l'importante è che la città tenga per mano una creatura giovane ma già dotata di personalità, che potrà sbagliare e dovrà essere giustamente bacchettata, ma potrà anche regalare grandi, enormi, soddisfazioni.