Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Tacopina a Catanista su SIGI, offerta e prossimo futuro

Intervenuto ai microfoni di Catanista News, in onda su Radio Fantastica, su Sestarete e sulla pagina facebook Catanista Redazione, Joe Tacopina ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: IL PUNTO DI TACOPINA - "Vorrei sottolineare che non parlo con i media da febbraio, dalla firma del preliminare. Sto parlando adesso con Catanista per chiarire dei punti fondamentali. (…) Sigi ha avuto due possibilità di concludere la vendita, a febbraio e poi ad aprile. Loro hanno ammesso di avere la colpa per questa mancata chiusura. A febbraio ho concesso ulteriori 60 giorni, ma ad aprile mancava ancora qualcosa. Nel frattempo, mi hanno chiesto 800 mila dollari per tenere viva la squadra, e io li ho dati, pur non essendo il proprietario della squadra. Io ho dato questi soldi, per aiutare il Catania. Venerdì ho fatto una nuova offerta, presentando anche l’evidenza dei fondi necessari. A questo punto chiedo a voi, cos’altro devo fare? Vorrei rendere i fatti più chiari: se il mio piano fosse stato aspettare il fallimento del Catania, avrei fatto una prima offerta, fatto una seconda offerta, messo 800 mila dollari per pagare gli stipendi? Io ho fatto tutto quanto in mio potere per acquistare il Catania, se SIGI fosse stata pronta adesso sarei il proprietario del Catania." TACOPINA SULL'EVIDENZA FONDI - "Io non parlo, mentre SIGI sembra avere tante cose da dire. Non ho alcun obbligo di presentare l’evidenza fondi. Io avevo dato le prove di fondi già a febbraio: se qualcuno in Sigi dice il contrario, sta mentendo. Ho avuto a che fare con persone meravigliose: Ferraù, Nicolosi, Magni. Il problema sono altre persone, che hanno investito 100 euro e si credono i proprietari del Catania. Io ho fatto quattro acquisti in Italia in passato. È vero che vige l’obbligo di provare l’evidenza fondi per l’iscrizione al campionato, ma limitatamente al contratto, lo ribadisco, non vi è alcun obbligo. La problematica che stiamo affrontando oggi non è questa. La questione dell’evidenza fondi è semplicemente fuorviante." TACOPINA SUGLI 800MILA DOLLARI - "Io ho dato questi soldi senza avere la certezza, attualmente questi soldi sono sostanzialmente andati perduti. A me importa la sopravvivenza del Catania, così come considero importante la città di Catania e l’intera tifoseria." COSA SUCCEDE ADESSO? - "La questione più importante è questa: il debito non è stato ancora ridotto, né dall'Agenzia delle Entrate, né dal Comune di Mascalucia. In questo momento, servirebbero 14 mln di liquidità per permettere al Catania di andare avanti (...). Il nostro piano finanziario prevede un investimento minimo di 40 mln spalmati su quattro anni. Non devo giustificare nulla, il mio passato parla per me: a Roma ho creato un gruppo forte, a Bologna siamo saliti dalla B alla A, a Venezia ho messo 30 milioni e abbiamo fatto tre promozioni in tre anni. Se qualcuno ha fatto meglio di me, mi faccia sapere. Io non posso chiudere l’acquisto senza una formale riduzione del debito da parte dell’Agenzia delle Entrate. Non sono stupido, non sono disposto ad accollarmi una squadra con 60 mln di debito. Sto sentando di salvare il Catania con tutti i miei soldi e con tutti il mio tempo. Questi sono affari, non è un gioco. SIGI a questo punto ha due possibilità: accettare la mia offerta, oppure pagare i suoi debiti e provare ad andare avanti. Sarei molto deluso se il Catania dovesse fallire, ma più di questo non posso fare. Se SIGI non accetterà la mia offerta, che io considero assolutamente idonea, pazienza, continuerò a supportare il Catania come ho sempre fatto." PER TACOPINA NON E' UN GIOCO - "Ero tornato a Catania il 26 con l’intenzione di chiudere. Ho un grandissimo rispetto per Ferraù e Nicolosi, con cui ho sostenuto discussioni molto costruttive. Se qualcuno mi chiama io sono disposto ad ascoltare, ma il problema è il tempo: non c’è più tempo per fare offerte su offerte, bisogna programmare. Adesso ci sentiamo un po’ sotto attacco, e questo non va bene a nessuno. Abbiamo fatto un’offerta 48 ore fa, segno che i miei soci si fidano di me. Abbiamo iniziato questo percorso nell’autunno dello scorso anno, a febbraio mi erano stati richiesti altri 30 giorni, io ne ho concessi 60. Forse il problema è la burocrazia, ma sicuramente non è una mia responsabilità: io ho già dato 800mila euro, ma non ho intenzione di fare la carità. Non posso parlare delle trattative e delle discussioni che abbiamo condotto, ma vi assicuro che abbiamo valutato ogni scenario possibile. Escludo un mio eventuale ingresso in SIGI, ma auspico che Ferraù e Nicolosi, persone meravigliose, possano rimanere con me. Mi sento frequentemente con loro, ma questi sono affari. Ho il massimo rispetto per SIGI, se i soci hanno un’idea diversa per portare avanti il Catania ben venga, auguro il meglio. Per me questo non è un gioco. Io ho anche altre cose da fare, ho già speso tantissimi soldi, ho dovuto assumere moltissime persone. Qua si parla di affari, ho fatto due offerte ma non erano pronti a vendere, non tocca a me sciogliere le preoccupazioni della piazza."