Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Il 2019 del Catania, la delusione e le nubi sull'extra campo (parte 2)

Settembre...e la cruda realtà - Si ritorna sulla terra in seguito alla brutta sconfitta di Potenza, una sorta di genesi della decadenza, che inaugura anche il festival dell'infortunio che da qui in poi colpirà tutti o quasi i componenti della rosa. E non è tutto, perché all'orizzonte si accumulano nere le nubi prima della tempesta: Lo Monaco sottolinea con decisione la difficoltà nel pagare tasse e debiti (nel caso specifico 600.000 euro tra erario e iva). Sul campo la squadra comincia a fare bene in casa diventando disastrosa in trasferta, con il "caso Biagianti, Bucolo e Marchese" che scoppia. I tre sono stati infatti protagonisti di durissimi confronti con l'AD etneo e dunque messi fuori rosa con tanto di convocazione degli organi disciplinari. E non finisce qui, perché alla vigilia della trasferta di Monopoli  la Curva Nord chiede un confronto pubblico con la società trovando la dura risposta di Lo Monaco che rilancia parlando di protagonismo e di tutte le scadenze che il Catania deve pagare nel breve periodo. A far da contorno un Torre del Grifo sempre più blindato per tifosi e giornalisti, cozzando con il principio di inscindibilità lanciato poco tempo prima dalla stessa società. E' qui entra in gioco il patron Pulvirenti, che dichiara come nessuno si è fatto avanti per comprare la società, senza nascondere la propria stanchezza, ma invitando tutti a smettere con le polemiche. Si calmano le acque? No, Argurio rescinde per lavorare come osservatore in Croazia, i tifosi scendono in piazza chiedendo il confronto stavolta con Pulvirenti per capire quali siano i programmi e alla ricerca di rassicurazioni, ma senza ricevere risposta. Sul campo invece i rossazzurri inanellano sconfitte in trasferta, perdendo anche in casa della Reggina evidenziando sempre le stesse difficoltà. Una delle peggiori partenze di sempre, il primo posto si allontana. Ottobre, l'autunno e il vento della tempesta - In questa fase parla solo Pulvirenti, che ribadisce i conti a posto della società e della mancanza di acquirenti per la vendita, parla del debito di 20 milioni pagabili in 20 anni di TdG e della situazione relativa a Biagianti, Marchese e Bucolo che potrebbe rientrare. Nessuno sostituisce Argurio, il Catania perde anche a Terni e i tifosi stavolta vanno direttamente al centro sportivo accolti dal patron in persona, che garantisce ancora come il Catania non fallirà, ma dovrà mettere necessariamente tutti in discussione in caso di B mancata a fine stagione. Ma la realtà dice quanto stia diventando difficile giocare la doppia partita tra il campo con tutte le sue problematiche e l'extra-campo rappresentato dai pagamenti da saldare... Biagianti e compagni vengono reintegrati in gruppo, ma arriva la Caporetto di Vibo: 5-0, 8° posto, Camplone ai saluti, torna Cristiano Lucarelli, contro ogni intemperia convinto di poter salvare la stagione lavorando in vista del prossimo anno. E' il quinto cambio dell'anno, e intanto davanti il Fortè (gestito dalla società Meridi) di via R. Imbriani cominciano le proteste dei lavoratori a seguito degli stipendi non pagati, con Pulvirenti che ribadisce ancora una volta il benessere della società già pronta ad intervenire a gennaio. Lo Monaco invece torna a parlare ribadendo le difficoltà ma anche la certezza che se ne verrà fuori, attaccando poi stampa e tifosi "giudici". E si torna al campo: Lucarelli cambia il volto della squadra, meno gol subiti ma più difficoltà nell'essere pericolosi. Qualcosa di positivo però si intravede: poche idee ma chiare, Lodi, al centro del progetto di Camplone, ora vede sempre meno il campo, e i rossazzurri decidono di puntare sulla Coppa di Serie C. Novembre, ligio e sempre più grigio - Penultimo mese dell'anno, e la scena è tutta per l'extra campo che racconta la trattativa tra Meridi e Apulia per la concessione della gestione dei punti vendita Forté dando respiro alle casse di Finaria e, di conseguenza, al Catania. Si apre così il capitolo sicurezza dello stadio: dall'ultima partita contro la Leonzio infatti la World Service non si occupa più della sicurezza al Massimino ed è lo stesso Catania che se ne occupa, ma si tratta di calma apparente. Per la successiva partita contro la Casertana non viene infatti permessa la disputa a porte aperte della stessa a causa del numero insufficiente di addetti alla sicurezza forniti, costringendo la squadra a giocare nel silenzio e scrivendo un'altra triste pagina di sport catanese. La situazione è a dir poco caotica. Interviene anche il sindaco Pogliese chiedendo chiarezza e parte subito la battaglia epistolare tra primo cittadino e società. Sembra il culmine, ma: Lo Monaco torna a parlare e al termine di una lunghissima conferenza rassegna a sorpresa le proprie dimissioni da direttore generale, a qualche mese di distanza dalla promessa di riportare la squadra in alto. Il punto più basso e ignobile si tocca il giorno dopo, sul traghetto che porta la squadra verso Potenza, dove disputerà gli ottavi di finale di Coppa Serie C: Lo Monaco vergognosamente aggredito fisicamente da un gruppo di ultras. La squadra decide di non giocare, poi torna sui suoi passi e vince passando il turno. Pulvirenti risponde alle dimissioni di Lo Monaco chiedendogli di rimanere, mentre vengono smentite le voci su una trattativa tra il Catania e l'imprenditore Follieri, apparso su più organi di informazione dicendo di voler comprare la squadra ma senza mai presentare nessuna garanzia. Dicembre caldissimo e la fine di un anno estenuante - Si arriva così all'ultimo mese dell'anno, con l'apprensione dovuta alla situazione Meridi, che ha raggiunto l'accordo per la gestione dei punti Fortè con Apulia ma deve convincere i creditori con un piano di ristrutturazione del debito che scongiurerebbe la sua scomparsa. Dall'altro canto, grazie al combattente Lucarelli, la squadra sembra fare il massimo in campo arrivando alle semifinali della Coppa e mantenendo il 7° posto in campionato. Prende sempre più corpo l'idea che l'era Pulvirenti sia arrivata allo snodo cruciale, anche perché lo stesso conferma la trattativa con un terzo gruppo interessato al Catania, mentre si resta in attesa riguardo la richiesta di ammissione di amministrazione controllata di Meridi, avanzata al Tribunale di Catania. In altre parole, il futuro dei rossazzurri passa sempre di più da una eventuale cessione, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione trattata con una cordata in cui spiccano due imprenditori con interessi in Sicilia. E si passa così all'attesa verso il nuovo anno, tra l'udienza prevista il 7 gennaio riguardante la Meridi, che potrebbe essere dichiarata dai giudici in stato di insolvenza. Passaggio, questo, che andrebbe ad influenzare anche le altre società di Pulvirenti e porterebbe ad accelerare le trattative per la vendita della società rossazzurra alla cordata rappresentata dai due imprenditori con la partecipazione di un Azionariato Diffuso. In testa al progetto ci sarebbero anche due ex giocatori rossazzurri che conoscono bene la piazza. Chiusura dell'anno in bellezza? Certo. Gli auguri e subito dopo il messaggio inviato ai giocatori "invitati" a cercare nuove soluzioni in vista di gennaio in quanto alle attuali condizioni il Catania non potrebbe adempiere a tutti i pagamenti che di scadenza in scadenza vanno versati. Alcuni profili sono quelli di Curiale, Lodi e Biagianti, per altri invece solo un decurtamento dell'ingaggio. Si è chiuso così l'anno, tra campo poverissimo di risposte, tribunali, porte girevoli in panchina e sul rettangolo di gioco, al cospetto dell'unica certezza che ci ha consegnato il 2019: l'amore di tutti coloro che hanno a cuore il Catania e delle prove di affetto dei suoi sostenitori, scesi per le strade anche il 22 dicembre. Uniti, veri, compatti, alla ricerca di risposte.