Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Dall'Oglio: intelligenza tattica e un destino "vincente" da continuare a scrivere...

Prende forma, si modella sullo spartito meditato da Camplone, il centrocampo rossazzurro. Jacopo Dall'Oglio, ultimo arrivo in casa rossazzurra, il Catania lo aveva nel destino o quasi: centrocampista classe '92, 27 anni già compiuti, nato a Milazzo, proveniente da un'annata a Brescia culminata con la promozione in Serie A. E vi chiederete cosa c'entra, il destino. In molti ricorderanno quanto l'ex Reggina e Barletta fosse già stato vicino a giocare sotto l'Etna durante il mercato invernale di due stagioni fa: trasferimento saltato, perché le cose devono accadere quando i tempi sono maturi. Dall'Oglio vincerà il campionato di B, appunto, la stagione successiva, per poi approdare a Catania, con un bagaglio di esperienza più pesante e una responsabilità altrettanto importante, lui che alla scaramanzia ci crede particolarmente. Del resto l'ex Brescia la C la conosceva già, essendosi formato nelle giovanili della Reggina prima di approdare in terza serie prima al Pavia, poi al Barletta; poi il ritorno in Calabria e il fortunato approdo alle "rondinelle". ASPETTO TECNICO - Esperienza, ma anche duttilità. Dall'Oglio conosce bene anche tutta la zona nevralgica del campo, potendo giocare da mezzala e, pur avendo giocato poco in posizioni più avanzate, anche da trequartista. Intelligenza tattica, interdizione, inserimenti e ogni tanto qualche bel gol dalla distanza: nello scacchiere preparato da Camplone, che lo ha voluto fortemente, potrebbe collocarsi come mezzala destra, sfruttando la sua capacità nel sapersi posizionare con certo giudizio tattico. Poche le reti in carriera, 6 senza contare quelle segnate con le giovanili, ma con la consapevolezza che il suo nuovo tecnico potrebbe esaltarlo anche in fase realizzativa. Una scelta presa con coscienza, quella del centrocampista siciliano, che nonostante le richieste in B ha deciso di andare in terza serie alla ricerca di una degna sfida. Due anni fa la volontà determinante di restare a Brescia ma ora, i tempi sono maturi: perché il destino vincente va "aiutato", e bisogna dargli continuità...