Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Questione attaccanti: parlano i numeri, serve di più

Ruolo complesso, a tratti indecifrabile quello dell'attaccante. Forse quello in cui è più semplice essere tremendamente incostanti, forse il più influenzato, nelle sue valutazioni, dai numeri. Il Catania quest'anno di situazioni da gestire sul fronte attacco ne ha avute diverse, nonostante i nomi illustri in rosa, che non sempre si sono tradotte in prolificità. Marotta, Curiale e Di Piazza, non hanno reso quanto ci si aspettava e lo dicono i numeri: 16 gol in tre e nessuno, ad una giornata dalla fine del campionato, in doppia cifra. Poco, esasperatamente poco. Saranno stati pochi anche i palloni giocabili? Quelli da buttare a rete? O la troppa concorrenza, che contrariamente a quanto si dice stavolta non ha portato bene? Difficile dirlo, anche perché tutto va contestualizzato all'interno di una squadra da rendimento "costantemente" altalenante. E se analizziamo i dati relativi al 2019, ce ne rendiamo ancor più conto con i 7 centri realizzati dagli stessi attaccanti. Si può salvare Di Piazza, arrivato quasi al termine del mercato e andato in gol quattro volte, portando sei punti comunque pesanti. Ma possiamo anche non parlare esclusivamente a livello realizzativo, dicendo però che, se non in gol, il 32 ha spesso preso insufficienze. C'è poi Marotta, a quota 8 centri stagionali, ma in gol soltanto due volte nel nuovo anno. Poche reti (l'ultima risale a quasi due mesi fa, a Catanzaro) e tanto nervosismo, ma c'è da dire che è l'unico realisticamente in grado di finire la stagione in doppia cifra. Davis Curiale, invece, forse il più penalizzato dalla concorrenza: è la prima cosa a cui viene naturale pensare, considerando che 16 sono le marcature che da solo ha messo a segno la scorsa stagione, quando l'alternativa era un Ripa in fase calante. 4 gol quest'anno, l'ultima quando in sella c'era ancora Sottil. Ritrovare la verve realizzativa è essenziale per chi vuole far bene ai play-off. La medicina? Non facile individuarla quando solitamente sta proprio nei gol stessi; sta a Novellino trovare una cura quindi definitiva, o lasciare tutto nelle mani della fantasia e in qualcosa che potrebbe scattare nella testa chi tiene a far bene: attaccanti, centrocampisti, difensori.