Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Addio Sinisa. Un uomo straordinario, una stagione indimenticabile

Mihajlovic

Catania è commossa, il Catania piange perché oggi se n'è andato uno degli uomini che ha segnato in maniera indelebile la storia recente del club etneo. Sinisa Mihajlovic non ce l'ha fatta perché nonostante la sua tempra, il suo carattere, la sua voglia di lottare, alla fine stavolta l'ostacolo era davvero insormontabile. Un uomo, prima che un atleta, un giocatore, un allenatore, che amava le sfide, proprio come quella che gli venne presentata nel 2009 quando il Catania dal basso della classifica lo chiamò per sostituire Atzori.

Era l'8 dicembre quando Sinisa veniva presentato alla guida di un Catania ultimo con appena 9 punti, ma per un guerriero come lui non poteva essere un problema. Quello sguardo da duro, quella parlata dritta come una spada infuocata di ironia, ma anche l'empatia fondamentale per creare gruppo e speranza in un'annata complicata. Dopo la sconfitta con il Livorno, l'impresa indimenticabile contro la Juventus, l'arrivo di Maxi, la partenza di Ricchiuti stoppata grazie alla Coppa Italia, il 4-1-4-1, la collaborazione con Marcolin, il trionfo nel derby, la notte dei sogni contro l'Inter di Mourinho. Troppi ricordi e troppo poco tempo trascorso per dover rinunciare a rivedere Sinisa passeggiate alla Scogliera. E poi gli aneddoti, le punizioni in allenamento e le battute a chi non poteva neanche immaginare le traiettorie del mancino più famoso su calcio piazzato, il menù di pesce ogni giorno e l'amore smisurato verso Catania.

Sinisa era questo e rimarrà indelebile il suo modo di affrontare il calcio e la vita, sul solco del suo maestro, Vujadin Boskov, e di quello stile tutto loro. Grazie di tutto Sinisa, rimarrai per sempre nei cuori catanesi.