Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Ieri si è chiusa una stagione di problemi: da oggi bisogna svoltare

L'ultimo giorno di un anno scolastico è anche quello dei voti e delle riflessioni, con le interrogazioni alle spalle e i compagni salutati da un pezzo (alcuni li ritrovi in classe a settembre, altri no). Un po' così, un po' diverso, è l'ultimo giorno di una stagione calcistica: il 30 giugno. Ieri: con i festeggiamenti lontani, come del resto i rimpianti per una stagione da dimenticare. Tra risultati e parole spese, quella del Catania lo è stata, la stagione degli "autogol". Iniziata male, con la festa per il ripescaggio in Serie B mai ufficialmente avvenuto, e finita in termini di gioco con la doccia fredda di Trapani. In mezzo, due sessioni di mercato che fanno riflettere in ottica futura: la prima, forse complice il caos dei tribunali, incompleta per quel che riguarda la squadra da consegnare ad Andrea Sottil; la seconda invece un po' simile ad un "correre ai ripari", accontentando sì le richieste dello stesso Sottil, ma con alcuni elementi che non si sono dimostrati pronti, al contrario di altri (Di Piazza su tutti, esploso nei mesi successivi). Sportivamente parlando è stata la stagione della discontinuità dei risultati, con tante gare da recuperare all'inizio, vero, ma con troppi alti e bassi umorali nella gestione del gruppo, che ad un certo punto ha smesso di seguire l'allenatore, a Viterbo. E' stata quindi la stagione dei due cambi in panchina: dentro Novellino e la squadra reagisce con le vittorie contro Catanzaro e Juve Stabia. Poi il blackout: la sconfitta contro la Reggina con le brutte reazioni di alcuni elementi in rosa, Marotta tra tutti, l'altalena di risultati e la famosa "settimana dei giovani", quella della sfida contro il Bisceglie, che aveva fatto riflettere lo stesso Novellino su un possibile addio anticipato. Addio poi avvenuto con "l'aereo" preso al termine della gara contro il Rieti: rientra Sottil, così come la speranza regalata dalla sfida contro la Reggina ai Playoff e spezzata in semifinale, al Provinciale, da quel Trapani che poi conquisterà la promozione in Serie B. Ma in questo caso, nonostante ci sia andato vicino, il Catania ha pagato quanto avvenuto nel corso dei mesi. È stata la stagione degli "autogol" verbali. Stagione partita tra i proclami post-ripescaggio negato: e fin qui ci può stare, anche per creare un clima da "andiamoci a riprendere ciò che ci è stato tolto". Quanto avvenuto nei mesi successivi, però, con la Juve Stabia che continuava a collezionare vittoria dopo vittoria, è stata un'escalation di episodi e dichiarazioni alcune delle quali evitabili: quelle rivolte dall'ad Lo Monaco ai tifosi su tutte, che precedono, di pochi giorni, quelle di Sottil che, appena esonerato, non le ha mandate a dire su alcuni singoli. E dulcis in fundo, a ciel quasi sereno, le "cosette" che Novellino voleva dire e rese note ieri dalla Gazzetta dello Sport. Il tutto condito da continui attacchi alla stampa, che però non scende in campo e non fa gol: non sono state certo le testate giornalistiche ad “avere problemi”, compresa quella di Catanista. Da oggi? Campo, giocatori e allenatore: allenatore che non è stato ancora ufficializzato. Sappiamo che dovrebbe essere Andrea Camplone, ma vediamo cosa accadrà. Più che concentrarsi sui singoli, sarà però fondamentale, vista la stagione conclusa ufficialmente ieri, non ripetere ciò che forse non ha permesso il raggiungimento degli obiettivi fissati in estate: risultati e "autogol" verbali inclusi. Nella speranza che si possa ripartire tutti insieme: le componenti “tifo” e “stampa” ci sono. Toccherà esserci alle altre tre: società, dirigenza e squadra.