Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Riposo, terremoto e percorso da definire: i pensieri di Cristiano Lucarelli

Guarda tremare il terreno, il generale a riposo. Durante la tregua questo accade: le truppe in congedo ripensano ai campi solcati, mentre la patria conta i danni che l’inverno più freddo fa gravare sull’equilibrio. Sottile, come sempre ormai. Truppe in rivolta, gli organi centrali dettano linee insensate rispetto gli ideali e i colori. Cristiano, il generale per ora a riposo, inerte senza la sua battaglia, può solo osservare il volgersi degli eventi e operare dove può. D’altronde Cristiano, è tornato per questo: per assumersi anche responsabilità che non gli appartengono e mentre la terra del vulcano Etna trema, riflette cercando di trovare soldati con nuova linfa rispetto ad altri, indisponenti ed appagati al concetto di lotta. Le nuove linee verranno chiamate a tutti gli effetti “alleati”, vista la provenienza e visto che, in toto, apparterranno ad un altro esercito. L'attenzione è rivolta al terreno che frana, argilloso a tratti, dinanzi al temporale che infuria. Cristiano Lucarelli rimane lì, fiero, definendo il percorso che seguirà il suo esercito nei prossimi mesi, quello che porta alla meta, osservando gli effetti del terremoto. Scegliendo strumenti, mezzi e passo, badando alla fragilità del terreno, certo, e all’equilibrio della patria etnea. Riposa, certo, e ascolta le ultime dal fronte: in qualche modo bisognerà andare avanti, in mezzo alla tempesta e verso il cielo incerto, a difesa degli ideali di un popolo che delle vittorie sul campo sembra non potersene fare più nulla, ma che in cuor suo spera nella rinascita totale e in un nuovo corso che al campo, prima o poi, dovrà tornare.