Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Top player: Panchina dorata

Contro il Castrovillari avremmo potuto premiare con la palma di migliore in campo Jefferson, autore di una doppietta, oppure il dinamismo di Rapisarda che ha fatto costantemente su e giù sulla fascia destra, ma in realtà non ci sentiamo di esaltare un singolo, quanto un oggetto: la panchina. Quant'è bello sentirsi Ferraro e potersi girare dovendo scegliere fra Giovinco, Jefferson, Sarno, Palermo, Russotto, ecc… quant'è soddisfacente vedere poi che tre dei quattro gol con cui sbrogli una matassa complicata arrivano da subentranti. Certo qualcuno potrà contestare che il gol su angolo e il rigore non sono poi un grande merito dei subentranti, ma in realtà le mosse di Ferraro hanno cambiato notevolmente il volto della partita.

Se Jefferson, come detto, ha firmato due reti, e Sarno è stato maggiormente coinvolto nella manovra rispetto a De Luca, in realtà il giocatore che ha realmente cambiato l'inerzia della fase offensiva è stato Palemo. Il centrocampista etneo, infatti, ha garantito più verticalità con il movimento con e senza palla, scompaginando la retroguardia avversaria che aveva in parte preso le misure ai rossazzurri. Bene lui, ma in generale bravo Ferraro a tenere tutti sulla corda sfruttando le caratteristiche dei singoli all'occorrenza e in base allo sviluppo della partita. 

Del resto ben 6 dei 13 gol messi a referto dagli etnei arrivano dalla panchina, un dato emblematico che non può passare inosservato, anche se Lodi e compagni hanno sempre dimostrato di approcciare bene le partite sbloccandole spesso nel primo quarto d'ora. Così non è avvenuto domenica, ma poco importa, perchè se ti giri e vedi la panchina dorata, prima o poi il cambio giusto arriva. Altra nota importante è stato l'utilizzo di Ferrara, non perchè si sia reso protagonista di salvataggi mirabolanti, ma perchè il Catania ha utilizzato tutti i giocatori di movimento attualmente a disposizione (Pino e Di Grazia fermi ai box) e anche questo è un segnale di importanza di ogni singolo atleta che il tecnico ha voluto chiaramente comunicare.