Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Torniamo al campo. Lucarelli “Canà” e la ricerca del gol di Davis “Arì”

Torniamo al campo, non tralasciando però ciò che gli ruota attorno. Che lo vogliate o no, il vintage vince sempre. Ha quel potere eccezionale di far tornare indietro il tempo perso e quel sapore “evergreen” che ti fa riflettere sul senso dei cambiamenti generazionali: alla fine a cosa sono serviti? Il calcio però non fa testo: i film sul calcio neanche. “Evergreen” Oronzo Canà lo è da quando è uscito “L’allenatore nel pallone”: quale dei due? Ah, dite che è uscito anche il secondo? Ritorniamo a noi: “evergreen” è anche il parallelismo Aristoteles-attaccante del Catania che ha perso momentaneamente il vizio del gol. Che si chiami Caetano o che si chiami Davis.
Tra i due però ci sono alcune sostanziali differenze: in primis la guida tecnica. “Ritrovare il filo rosso” per Davis Curiale significa anche ritrovare la strada del ritorno grazie alla ricongiunzione, spirituale e non, con l’allenatore che più tra tutti è riuscito a farlo rinascere nelle vesti di bomber, rispetto ad un passato da esterno o da seconda punta. Frosinone escluso. In seconda analisi lo storico sportivo al Catania: aver fatto bene statisticamente in rossazzurro in una stagione “normale” (e la prima dal ritorno in Serie C non si può considerare tale) è sicuramente un elemento differenziale in un ipotetico parallelismo. La verità è che se la storia di Caetano Calil al Catania è bella che passata, chiusa, archiviata, quella di Davis Curiale è ancora aperta, viva e da scrivere.
Con questo cosa vogliamo dire, che Davis è il nuovo Caetano? Che il destino dell’attaccante di Colonia è già irrimediabilmente segnato? Parola, anzi musica a Cristiano Lucarelli che, rispetto a Pino Rigoli, pur con la cuffietta in testa alla Lino Banfi, deve trasformare la “saudade” di Davis, nostalgia negativa del ritorno al gol, in potenzialità positiva: “Davis, Davis... Davis adesso dorme qui... sognar, sognar: e speriamo che domenica vuoi segnar…”, proprio come Oronzo, ma più efficace di Pino. Cristiano sembra essere l’unico che può riaccendere Curiale: con il cuore, con la testa. Con l’unica cosa che ad un attaccante come Davis non manca mai: la voglia di rendere eterno l’attimo. Il gol nella sua essenza più pura.