Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Grella a Catanista (parte 3): aspetti personali, mentalità del lavoro e ricordi mondiali

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 
Grella

Terza ed ultima parte dell'intervista di Vincenzo Grella a Catanista:

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SULLA FAMIGLIA. “Eh, non avendo mio figlio e mia moglie qui con me un po' a volte la cosa pesa, però i sacrifici vanno fatti per portare avanti il progetto della famiglia Pelligra. Questa per me è una grande responsabilità, con un ruolo di cui sono orgoglioso, non passa un giorno senza che io ringrazi il presidente e la sua famiglia per l'opportunità. La famiglia però manca, sì. Spero di portarla qua a breve, loro aspettano solo che io trovi la dimensione giusta e certi equilibri nella giornata di lavoro. Per fortuna ho anche due figli grandi che studiano fuori dall'Italia e hanno iniziato un loro percorso per conto loro diciamo”. 

DIFFERENZE TRA IL GIOCARE E IL DIRIGERE. “Preferivo indossare i pantaloncini (ride, ndr), perché dico a tutti che ho avuto grande fortuna e piacere di vivere il mondo del calcio come professionista, di girare il mondo potendo conoscere tante persone. Ho giocato competizioni molto importanti con una nazione che non è conosciuta nel calcio, ed essere in un gruppo che poteva dare un segno sulla mappa del mondo mi ha sempre riempito di grande orgoglio”. 

MENTALITÀ DEL LAVORO. “Non guardo mai l’orologio quando lavoro, finisco quando devo finire. Me lo sono fatto stampare qui nel mio ufficio, il successo è la punta dell’iceberg; sotto ci sono sacrifici, disciplina, notti fonde, persistenza, ma anche l’affrontare i dubbi, i rischi e i fallimenti”.

CASTELLINI. “È un ragazzo che rispecchia, sposa al meglio, l’identità e la mentalità del nuovo Catania”.

RICORDI MONDIALI. “Nel 2006 io e i miei compagni abbiamo vissuto il culmine di una carriera vissuta insieme. Era un gruppo formato nelle giovanili ed approdato al mondiale, per una nazione che insomma, non era abituata a quel palcoscenico”.